Ti piace fare networking?
A me no!
Sale piene di persone sconosciute, incontri che spesso non portano a nulla, inutili scambi di bigliettini da visita. Senza considerare le timidezze da vincere e le resistenze che queste situazione spesso creano. E poi gli squali! Gli squali sono quegli individui che non ascoltano una parola di quello che gli dici e che sono lì semplicemente per vendervi qualcosa. Io li riconosco dalla pinna che mi gira intorno.
Chi mi conosce rimarrà stupefatto perché mi vede quotidianamente a fare networking. Ho fatto cioè del networking la mia carriera e la mia specialità. Ho iniziato con il forzarmi a fare networking per alimentare la mia attività imprenditoriale. Ho faticato. Ci sono riuscito, tanto che dopo 7 anni circa mi sono così immedesimato nella parte che ho deciso di fare del networking una carriera.
Ci sono voluti anni per delineare una strategia efficace e questo breve articolo ha la presunzione di risparmiarvi tante fatiche.
Allora, siamo sinceri...a chi piace veramente e naturalmente fare networking? A pochissime persone. Forse agli estroversi sfacciati per natura.
Vi stupirò però dicendovi che a meno che non viviate nel mezzo del deserto (e ancora...) tutti noi facciamo networking per forza. I colleghi di lavoro, gli amici, gli ex compagni di scuola e dell'università, i genitori dei nostri figli, i compagni di hobby. Sono tutti network. Per definizione del termine: una rete di contatti nella quale si lavora (in senso lato, cioè si fa qualcosa, NET- WORK).
Quindi la vera domanda, a pensarci meglio, è chi piace fare network con gli sconosciuti?
La vera difficoltà nasce dal fatto che quando ci troviamo con degli sconosciuti non ci sa muovere con destrezza perché siamo a disagio, nel nuovo, quello che in Programmazione Neuro Linguistica si definisce essere al di fuori della propria zona di confort.
E sapete perché?
Perché l'aspettativa è sbagliata. Pensiamo di essere lì per chiedere qualcosa a qualcuno, per trovare del lavoro o delle opportunità. Ma perché uno sconosciuto dovrebbe offrirci lavoro o opportunità? In effetti non ne ha motivo e a meno che non stia cercando proprio voi non lo farà! Ci stiamo atteggiando da squali in cerca del pesciolino da sbranare.
Gli americani dicono "networking is not about you": l'oggetto del networking non sei tu. E' l'altro.
Lo scopo di fare network dovrebbe essere semplicemente quello di stabilire relazioni e di mettere in relazione le persone che si conoscono. L'oggetto del networking sono gli altri.
Allora tutto diventa più facile perchè si tratta semplicemente di fare domande: come posso aiutarti? chi sei? cosa fai? di cosa hai bisogno? cosa stai cercando? che problemi hai? quali sono i tuoi obiettivi? Ed ascoltare. Ascoltare con attenzione, prendersi appunti e cercare genuinamente di aiutare l'altro.
Questo vi aiuterà a creare una relazione, non un contatto occasionale. Contatti occasionali ne abbiamo centinaia. E non servono a nulla. I contatti occasionali sono quel "rumore di fondo" che proviene dai social network come Facebook o LinkedIn. Per fare network seriamente abbiamo bisogno di stabilire relazioni. E per stabilire relazioni dobbiamo ascoltare gli altri intorno a noi, capire di cosa hanno bisogno e cercare di aiutarli in qualche modo, magari mettendoli in contatto con la persona che può aiutarli, facendo cioè networking!
Quindi al prossimo evento di networking al quale sarete invitati, provate a cambiare strategia. Avvicinatevi a qualcuno, fategli delle domande, cercate di capire chi è e di cosa ha bisogno, magari appuntatevi gli elementi chiave sul biglietto da visita o dove volete voi. Cercate di aiutarlo.
Nelle ore successive poi ricontattatelo, cercate di dargli un consiglio o di verificare se il consiglio che gli avete già dato ha prodotto frutti. Avrete una persona riconoscente in più. Una nuova relazione. Non immaginate quanto rimarrà stupita la persona quando capirà che non siete il solito squalo, che non siete lì per vendergli qualcosa ma che siete una persona di successo che si mette a sua disposizione.
Poi la relazione sarà da coltivare e da curare, ma questa è un altra storia!
P.S.: Se farete così scoprirete che gli altri vi cercheranno naturalmente e che poi, forse, il networking non è poi così tanto male. Magari finirà per piacervi...
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