venerdì 4 maggio 2012

La frustrazione nella ricerca del lavoro


Che ruolo gioca la frustrazione nella ricerca del posto di lavoro? Perchè si finisce con l’essere frustrati?
La frustrazione nasce dal feedback negativo ripetuto. In parole povere dai “no” che si accumulano nella vita. Più si accumulano “no” e più si diventa insicuri e frustrati.

Per trovare lavoro è fondamentale cambiare attitudine

La prima cosa da chiedersi, prima di andare ad un colloquio è la seguente:
Perché  dovrebbero volermi? Perché dovrebbero scegliere proprio me?
Guardate che non è un dettaglio. La risposta a questa semplice domanda è veramente fondamentale.
Se non riesco a trovare una risposta soddisfacente è meglio che mi fermi e faccia un po di introspezione. Il lavoro si trova se scatta un particolare feeling tra me ed il mio intervistatore. E’ come nel rapporto uomo-donna. Perché dovrei scegliere proprio te? Il meccanismo è identico.

Concentratevi sulle vostre qualità

cosa sapete fare bene? quali sono i vostri aspetti caratteriali più positivi? Conoscete una lingua? Avete qualche abilità particolare? Siete particolarmente simpatici? Avete una bella voce? Individuate qualunque positività. Dopodiché iniziate a ragionare sulle mansioni ideali per una persona che ha quelle particolari caratteristiche positive. Dopodiché fate la prova del nove: voi assumereste una persona con quelle particolari caratteristiche al costo richiesto? Se sì siete pronti per far valere le vostre ragioni.

Documentarsi sul lavoro da svolgere

Prima di presentarsi in un azienda è meglio documentarsi sul lavoro che immaginate di dover svolgere. Cercate di capire il settore, le problematiche specifiche dell’attività. Vi eviterà la scena da “pesce lesso”.
Siate positivi e propositivi. Nel peggiore dei casi il vostro intervistatore si ricorderà di voi e vi proporrà ad altre persone per le quali ritiene che siate qualificati. Fate capire che ne capite. Fate capire che siete in grado di informarvi. Fate capire che non andrete lì a scaldare il posto. Servono pochi secondi. Pochi secondi che possono cambiare la vostra vita.

Attenzione alle provocazioni

E’ mestiere dell’intervistatore provocarvi. Specialmente se la vostra mansione prevede il contatto con il pubblico. Provocare il candidato per vedere come reagisce allo stress, alla pressione e alle persone scortesi. La vostra reazione a quella provocazione sarà determinante. Se reagite bene, l’intervistatore può presumere che reagiate bene anche sul posto di lavoro. Altrimenti no. Evitate accuratamente:
  1. Negatività
  2. Cinismo
  3. Maleducazioni
  4. Facce brutte
  5. Espressioni poco cortesi
  6. Scontrosità
Ricordatevi che ogni negatività vi si ritorcerà addosso. Insisto sull’argomento con un esempio perché spesso non viene compreso a fondo:
se un candidato dice, con un grande sorriso, “me ne sono andato da quell’azienda perché mi pagavano sempre in ritardo e allora ho deciso di fargli vertenza. Sa, erano poco corretti.”. Nella testa dell’intervistatore si consolida un solo pensiero: “questo è un attacca brighe”. E’ vero che sto parlando d’altri ma quel che arriva è l’attitudine, lo stato emotivo.
Quindi non parlate mai male dei precedenti datori di lavoro. Specialmente sui social network. Credetemi se lo fate lavorate contro voi stessi!

Il datore di lavoro cretino esiste

:-) Una provocazione, specialmente dopo lo scorso paragrafo. Ma è così: i datori di lavoro ed i responsabili HR sono esseri umani, pertanto troverete quelli buoni e quelli cattivi, quelli positivi e quelli frustrati che cercheranno di riversare le loro frustrazioni su di voi. Troverete quelli intelligenti e quelli stupidi. Ed infine troverete quelli corretti ed i ….
Questo è il mondo. Ma voi non potete cambiare loro. Potete intervenire esclusivamente su voi stessi.
Siate positivi e preparati e vedrete che attirerete datori di lavoro e selezionatori positivi e preparati.
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Siate positivi.
Dario Castagna

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