Soddisfazioni e delusioni dopo un anno di blog sul Web Marketing.
Lo strapotere dei motori di ricerca (Google in primis).
Strategie future.
(Che sottotitolo!)
Eccoci qui. Un anno fa iniziava per gioco Web Marketing. Un anno dopo il progetto è in piedi, attivo e in crescita. Soddisfatto? Si e no. Con Web Marketing abbiamo imparato tantissime cose.
La prima pagina è raggiungibile per davvero in pochi minuti. E poi?
La prima pagina sui motori di ricerca non è un mito. Si conquista. Non servono mesi bensì minuti. Scrivi l'articolo giusto e sei lì pochi minuti dopo. E poi? E poi nulla. Poi capisci che la prima pagina non ti serve a nulla se non fa parte di un progetto organico con poco web e tanto MARKETING.
Lo strapotere politico dei motori di ricerca (Google)
Lo strapotere dei motori di ricerca, Google in primis è soffocante. Nel mondo fisico si parla spesso di gruppi editoriali che con il loro potere controllano la diffusione di informazioni e notizie. Da questo punto di vista Google rende questi colossi del media delle formiche. I motori di ricerca hanno un potere politico immenso. Questo potere non viene percepito perché i meccanismi di indicizzazione e posizionamento sono algoritmici e quindi apparentemente neutri. Neutri un bel cornacchio dico io. Perché se voglio apparire devo scrivere, esprimermi, pensare come l'algoritmo dei motori di ricerca.
E' vero che oggi il contenuto conta più dell'aspetto tecnico. Ma dal punto di vista della neutralità questo è ancora peggio! Spiego il perché.
Quando il motore di ricerca era più stupido qualunque contenuto, purché pubblicato tecnicamente in modo appropriato, era candidato ad un buon posizionamento. Era l'epoca degli esperti di tecnicismi SEO, l'epoca in cui il la guerra alla prima pagina si combatteva a colpi di tecnicismi da Harry Potter.
Oggi i motori di ricerca sono intelligenti. Risultato: i tecnicismi di contorno sono molto più ininfluenti. Quello che conta è il contenuto. Dicono loro. E quindi i tecnicismi si sono riversati sulla sintassi e la semantica dei contenuti. Conclusione: oggi scrivi, parli, pensi come i motori di ricerca.
All'estremo finisci con lo scrivere quello che i motori di ricerca ti chiedono. Web Marketing ha sperimentato questo. Gli articoli più letti non sono quelli più importanti. Gli articoli più letti sono quelli che Google ha deciso essere più interessanti per la sua utenza e che ha quindi premiato con un buon posizionamento. Alla faccia del contenuto che conta e che deve essere pertinente! Deve contare ed essere pertinente per il motore di ricerca! In Televisione, Radio e Stampa conta sempre di più l'audience perché bisogna fornire numeri importanti agli inserzionisti. Sul Web è uguale! Se non fornisci contenuti interessanti ai motori di ricerca ti annullano. Solo che quello che è interessante e quello che no lo decidono loro. Con i loro algoritmi...
Il potere di denuncia del Blog
Finito lo sfogo cinico invece faccio un accenno ad una questione che ritengo essere positiva. Quando nella vita quotidiana ci si trova ad essere vittime degli abusi di aziende ed amministrazioni pubbliche spesso non si sa cosa fare. Con Web Marketing ho scoperto che la migliore cosa da fare è di pubblicare la propria esperienza. Questa era l'essenza del giornalismo. Questa è l'essenza del potere del blog. Inutile lamentarsi con il call center: un articolo aperto e rispettoso si sana protesta civile è il meglio che si possa fare perché obbliga l'azienda o la pubblica amministrazione interessata a dare risposta (anche se a volte l'unica risposta che ricevi, quando sanno di aver torto, è una bella querela...). Se uno di questi articoli può essere di aiuto anche ad una sola persona o all'azienda stessa per "ravvedersi" il blog ha ottenuto il suo risultato.
Nel 2012 Web Marketing curerà un po di più queste situazioni che alla fine sono situazioni di cattivo marketing. Inizialmente avevo pensato ad un blog separato. Poi ho deciso di pubblicare questo genere di articoli su Web Marketing (vedi ad esempio quelli relativi a Groupon). E con soddisfazione.
Il taglio di Web Marketing per il 2012 sarà quindi un po questo: più marketing, più comunicazione, più contenuti, più critica.
Ringraziamenti.
Ringrazio i miei follower. Ringrazio tutte le persone che hanno lasciato commenti (siete PREZIOSISSIMI!). Ringrazio tutti quanti hanno collaborato alla stesura degli articoli. Ringrazio le decine di migliaia di persone che hanno visitato queste pagine (siete stati veramente tanti).
Da oggi Web Marketing si sente un po più grande, maturo e pronto a pubblicare tanti contenuti di qualità.
Buon 2012 a tutti!
Buon Web Marketing.
Dario Castagna.
sabato 31 dicembre 2011
venerdì 16 dicembre 2011
Wizzair non rispetta imbarco prioritario
Wizzair non rispetta l'imbarco prioritario che vende sul sito web?
Esempio di un errato uso del Web Marketing.
Ho lodato più volte le compagnie aeree low-cost per il loro modello di business estremamente raffinato. Più volte ho detto che riuscire a fare funzionare un azienda complessa sul modello low-cost è una sfida estremamente difficile. Spesso low-cost viene abbinato a low-quality. Non è più assolutamente vero.
Oggi low-cost corrisponde spesso a buona qualità ma sicuramente a ottima qualità organizzativa e manageriale.
Perchè ci occupiamo di questo argomento? Perchè le vendite sono fatte online e rappresentano uno dei migliori esempi di web-marketing. Detto questo però è fondamentale che ci sia il rispetto del "patto" con l'acquirente.
Sul sito Wizzair è possibile comprare servizi accessori oltre che il volo aereo vero e proprio. Uno di questi servizi, l'"imbarco prioritario" (priority boarding) consiste nel far pagare un corrispettivo a fronte del diritto di poter salire sul veivolo prima degli altri. Ottima idea.
Il problema è che spesso questo non succede! I passeggeri con priorità sono mescolati sull'autobus che porta all'aereo e quindi poi non riescono a salire per primi, pur avendo comprato il servizio.
Se ti lamenti con il gestore dell'aeroporto ti risponde che è responsabile la compagnia.
Se ti lamenti con l'autista dell'autobus ti urla addosso (in Romania...)
Se ti lamenti con la compagnia ti dice che non vede il problema.
Insomma un classico muro di gomma. Ricordate mesi fa il vulcano che ha bloccato i voli in europa? Bene. Wizzair ha chiesto i dati per i rimborsi. Ma questi non sono mai arrivati.
Ora il punto è questo: è meritevole creare grandi business di successo sul Web che permettono a tutti di poter usufruire di servizi prima del Web estremamente onerosi (voli aerei). Tutto il settore Web e Web marketing beneficia di tali business. E soprattutto ne beneficia il consumatore. Se però cominciano a non rispettare il rapporto di fiducia con il cliente (passeggero) e soprattutto utilizzano la loro struttura virtuale (call center e sito web) per costruire un muro di gomma nei confronti del consumatore questo non va bene.
Pensate che per parlare con il call center per esporre una lamentela vi tengono in attesa a vostre spese (cioè addebitandovi una tariffa di servizio)!.
Chiederei a qualcuno della Wizzair di rispondere in merito a questi fatti. Siete un ottima compagnia aerea: non cascate su queste piccolezze!
Esempio di un errato uso del Web Marketing.
Ho lodato più volte le compagnie aeree low-cost per il loro modello di business estremamente raffinato. Più volte ho detto che riuscire a fare funzionare un azienda complessa sul modello low-cost è una sfida estremamente difficile. Spesso low-cost viene abbinato a low-quality. Non è più assolutamente vero.
Oggi low-cost corrisponde spesso a buona qualità ma sicuramente a ottima qualità organizzativa e manageriale.
Perchè ci occupiamo di questo argomento? Perchè le vendite sono fatte online e rappresentano uno dei migliori esempi di web-marketing. Detto questo però è fondamentale che ci sia il rispetto del "patto" con l'acquirente.
Sul sito Wizzair è possibile comprare servizi accessori oltre che il volo aereo vero e proprio. Uno di questi servizi, l'"imbarco prioritario" (priority boarding) consiste nel far pagare un corrispettivo a fronte del diritto di poter salire sul veivolo prima degli altri. Ottima idea.
Il problema è che spesso questo non succede! I passeggeri con priorità sono mescolati sull'autobus che porta all'aereo e quindi poi non riescono a salire per primi, pur avendo comprato il servizio.
Se ti lamenti con il gestore dell'aeroporto ti risponde che è responsabile la compagnia.
Se ti lamenti con l'autista dell'autobus ti urla addosso (in Romania...)
Se ti lamenti con la compagnia ti dice che non vede il problema.
Insomma un classico muro di gomma. Ricordate mesi fa il vulcano che ha bloccato i voli in europa? Bene. Wizzair ha chiesto i dati per i rimborsi. Ma questi non sono mai arrivati.
Ora il punto è questo: è meritevole creare grandi business di successo sul Web che permettono a tutti di poter usufruire di servizi prima del Web estremamente onerosi (voli aerei). Tutto il settore Web e Web marketing beneficia di tali business. E soprattutto ne beneficia il consumatore. Se però cominciano a non rispettare il rapporto di fiducia con il cliente (passeggero) e soprattutto utilizzano la loro struttura virtuale (call center e sito web) per costruire un muro di gomma nei confronti del consumatore questo non va bene.
Pensate che per parlare con il call center per esporre una lamentela vi tengono in attesa a vostre spese (cioè addebitandovi una tariffa di servizio)!.
Chiederei a qualcuno della Wizzair di rispondere in merito a questi fatti. Siete un ottima compagnia aerea: non cascate su queste piccolezze!
mercoledì 7 dicembre 2011
Pagine Gialle conviene? Funziona?
Occupandomi di Web Marketing mi trovo spesso di fronte a clienti che mi chiedono se
Dare una risposta lucida è difficile perché a volte mi trovo in posizione di conflitto di interessi. Ho cercato però di trovare una risposta definitiva a questa domanda perché ho bisogno di consigliare i clienti nel migliore dei modi.
Intanto dividerei due prodotti:
Per il cartaceo sarò breve: ad esclusione di alcune professioni che hanno bisogno di una presenza istituzionale (cioè che verrebbero danneggiate dal non esserci) non serve essenzialmente più a nulla. Fino a qualche anno fà, Pagine Gialle cartacee era una delle fonti di orientamento più autorevole per il consumatore. Questo era ragionevole: in assenza del Web solamente loro avevano una copertura capillare sul territorio. Oggi non le consulta più nessuno (in realtà non è del tutto vero: gli anziani continuano a guardarle, quindi se avete prodotti o servizi dedicati a loro può non essere del tutto inutile).
Presenza online: interessante per il traffico di rimbalzo. Inutile per la qualità del posizionamento.
Per quanto riguarda la presenza online il discorso è un pò più articolato. L'intero sistema è basato sul trasferimento di reputazione tra siti. Loro affermano che il vostro sito web guadagna ranking in quanto esiste un link da un sito con enorme traffico verso il vostro. Pagine Gialle vi vende essenzialmente una quota del loro traffico e reputazione. Questo almeno in teoria. Perchè poi, oggi le cose non stanno più in questi termini: contenuti e presenza sui social network predominano. Pertanto anche questo aspetto è in declino.
Teniamo conto inoltre che una grande quantità di traffico non arriverà mai sul vostro sito bensì sul minisito che vi creeranno loro. Di fatto hanno migrato il paginone cartaceo sul web. Dal punto di vista del web marketing questo non serve a nulla. Dal punto di vista del marketing diretto (cioè di ricevere una telefonata o una mail da qualcuno che cerca su Pagine Gialle) invece funziona abbastanza bene.
Infine tenete conto che dopo la firma del contratto, dall'altra parte non c'è più nessuno che vi dedica nemmeno un secondo per capire cosa vi serve per davvero e come aggiornare le proposte nel tempo.
Quindi riepilogando:
1) Il vostro sito non avrà più grandi benefici dalla presenza su Pagine Gialle (in passato il backlink di Pagine Gialle al vostro sito pesava molto di più).
2) Contatti diretti vi arriveranno semmai dal minisito che vi creano loro.
3) La qualità dei vostri contenuti rimane inalterata quindi non cambierà la presenza del vostro sito nelle ricerche organiche: anzi è probabile che se vi cercate esca prima il minisito di Pagine Gialle che però non vi rappresenta.
Quindi conviene o no?
CONVIENE SE:
-non avete un sito web da promuovere
-non avete alcun contenuto da proporre
-non volete consolidare una presenza sul web dedicandoci energie
-volete una presenza semplice e garantita in breve tempo, anche se non vi rappresenta
-lo pagate poco (400-600 Euro/anno)
-siete un professionista il cui ordine e/o deontologia vieta la pubblicità (notaio, avvocato ecc..)
-avete un proposta generica che cambia poco
Esempi: artigiano con budget limitato, poco tempo da dedicare al marketing, nessun contenuto da proporre. Notaio già conosciuto in città. In integrazione con web marketing tradizionale.
NON CONVIENE SE:
-avete un sito web significativo da promuovere
-avete necessità di branding da rispettare
-ve lo fanno pagare tanto (>1000 Euro/anno)
-volete crearvi un posizionamento a prescindere dalle politiche Pagine Gialle
-volete curare l'immagine della vostra presenza
-avete dei contenuti da proporre ai vostri visitatori
-c'è dinamicità nell'offerta di prodotti e servizi.
Esempi: azienda con nuovi prodotti da lanciare. Azienda con un brand consolidato. Azienda o professionista che vuole conquistare un posizionamento organico stabile del tempo ed indipendente da terze parti.
Una questione alla quale fare attenzione: attenzione ai contratti con tacito rinnovo perché sono delle vere trappole.
rinnovare o sottoscrivere il contratto con Pagine Gialle (?)
Dare una risposta lucida è difficile perché a volte mi trovo in posizione di conflitto di interessi. Ho cercato però di trovare una risposta definitiva a questa domanda perché ho bisogno di consigliare i clienti nel migliore dei modi.
Intanto dividerei due prodotti:
- il cartaceo
- dalla presenza online online
Per il cartaceo sarò breve: ad esclusione di alcune professioni che hanno bisogno di una presenza istituzionale (cioè che verrebbero danneggiate dal non esserci) non serve essenzialmente più a nulla. Fino a qualche anno fà, Pagine Gialle cartacee era una delle fonti di orientamento più autorevole per il consumatore. Questo era ragionevole: in assenza del Web solamente loro avevano una copertura capillare sul territorio. Oggi non le consulta più nessuno (in realtà non è del tutto vero: gli anziani continuano a guardarle, quindi se avete prodotti o servizi dedicati a loro può non essere del tutto inutile).
Presenza online: interessante per il traffico di rimbalzo. Inutile per la qualità del posizionamento.
Per quanto riguarda la presenza online il discorso è un pò più articolato. L'intero sistema è basato sul trasferimento di reputazione tra siti. Loro affermano che il vostro sito web guadagna ranking in quanto esiste un link da un sito con enorme traffico verso il vostro. Pagine Gialle vi vende essenzialmente una quota del loro traffico e reputazione. Questo almeno in teoria. Perchè poi, oggi le cose non stanno più in questi termini: contenuti e presenza sui social network predominano. Pertanto anche questo aspetto è in declino.
Teniamo conto inoltre che una grande quantità di traffico non arriverà mai sul vostro sito bensì sul minisito che vi creeranno loro. Di fatto hanno migrato il paginone cartaceo sul web. Dal punto di vista del web marketing questo non serve a nulla. Dal punto di vista del marketing diretto (cioè di ricevere una telefonata o una mail da qualcuno che cerca su Pagine Gialle) invece funziona abbastanza bene.
Infine tenete conto che dopo la firma del contratto, dall'altra parte non c'è più nessuno che vi dedica nemmeno un secondo per capire cosa vi serve per davvero e come aggiornare le proposte nel tempo.
Quindi riepilogando:
1) Il vostro sito non avrà più grandi benefici dalla presenza su Pagine Gialle (in passato il backlink di Pagine Gialle al vostro sito pesava molto di più).
2) Contatti diretti vi arriveranno semmai dal minisito che vi creano loro.
3) La qualità dei vostri contenuti rimane inalterata quindi non cambierà la presenza del vostro sito nelle ricerche organiche: anzi è probabile che se vi cercate esca prima il minisito di Pagine Gialle che però non vi rappresenta.
Quindi conviene o no?
CONVIENE SE:
-non avete un sito web da promuovere
-non avete alcun contenuto da proporre
-non volete consolidare una presenza sul web dedicandoci energie
-volete una presenza semplice e garantita in breve tempo, anche se non vi rappresenta
-lo pagate poco (400-600 Euro/anno)
-siete un professionista il cui ordine e/o deontologia vieta la pubblicità (notaio, avvocato ecc..)
-avete un proposta generica che cambia poco
Esempi: artigiano con budget limitato, poco tempo da dedicare al marketing, nessun contenuto da proporre. Notaio già conosciuto in città. In integrazione con web marketing tradizionale.
NON CONVIENE SE:
-avete un sito web significativo da promuovere
-avete necessità di branding da rispettare
-ve lo fanno pagare tanto (>1000 Euro/anno)
-volete crearvi un posizionamento a prescindere dalle politiche Pagine Gialle
-volete curare l'immagine della vostra presenza
-avete dei contenuti da proporre ai vostri visitatori
-c'è dinamicità nell'offerta di prodotti e servizi.
Esempi: azienda con nuovi prodotti da lanciare. Azienda con un brand consolidato. Azienda o professionista che vuole conquistare un posizionamento organico stabile del tempo ed indipendente da terze parti.
Una questione alla quale fare attenzione: attenzione ai contratti con tacito rinnovo perché sono delle vere trappole.
lunedì 5 dicembre 2011
Manovra Monti: contratti cambiati unilateralmente!
Nella manovra Monti è previsto una tassa aggiuntiva sui capitali rientrati con lo scorso scudo fiscale.
In sé la cosa preoccupa poco. Nella sostanza è devastante per lo stato di Diritto.
I capitali rientrati con lo scudo fiscali in Italia sono soggetti ad un patto tra Stato e Cittadini.
Applicando retroattivamente questa tassa il patto va a cadere.
Come cittadino mi chiedo: cosa mi conviene fare nei confronti di uno Stato che può cambiare unilateralmente un contratto con il cittadino? Come mi devo comportare?
A voi la risposta...
In sé la cosa preoccupa poco. Nella sostanza è devastante per lo stato di Diritto.
I capitali rientrati con lo scudo fiscali in Italia sono soggetti ad un patto tra Stato e Cittadini.
Applicando retroattivamente questa tassa il patto va a cadere.
Come cittadino mi chiedo: cosa mi conviene fare nei confronti di uno Stato che può cambiare unilateralmente un contratto con il cittadino? Come mi devo comportare?
A voi la risposta...
sabato 3 dicembre 2011
Vanilla: ChromiumOS senza Chromebook.
Nell'attesa di riuscire ad avere un Chromebook (ammetto, non mi sono impegnato molto...) oggi ho provato Vanilla di Exxeh (http://chromeos.hexxeh.net) una versione di ChromiumOS che funziona su:
- Chiavetta USB
- Macchina virtuale VMWare
- Macchina virtuale VirtualBox
Per chi non ne sa nulla: è in arrivo (già disponibile per chi acquista online) una nuova generazione di notebooks corredati di un nuovo sistema operativo: ChromiumOS di Google. Queste macchine (Chromebook, attualmente prodotti da Samsung e Acer) hanno delle caratteristiche particolari:
- Batteria di lunga durata (>8,5 ore circa)
- Nessun hard disk, la memoria è a stato solido come nei tablet
- Funzionano solamente se connesse alla rete tramite wireless o connessione 3G
- Non hanno bisogno di nessun software installato
- Si avviano in meno di 8 secondi
- Tutti i dati risiedono sul Cloud e quindi non si rischia di perdere nulla
Piccola nota: con la rimozione dell'hard disk è stato rimosso l'ultimo pezzo di meccanica rimanente dai computer!
Premetto subito che Vanilla offre solo il profumo di ChromiumOS: è una versione per PC, lenta ed instabile.
Ma il look and feel è quello giusto, quello vero.
BEH? Com'è lavorare con una macchina ChromiumOS? Essenzialmente è come avere un PC in cui il solo software installato è Google Chrome.
Per accedere al sistema ho usato il mio account Google tradizionale. Ho visto che il sistema può gestire più accounts contemporaneamente per utenti diversi.
Ho ritrovato istantaneamente tutti i miei preferiti.
Siccome io lavoro essenzialmente con GMail, Google Docs, Blogger, Picasa, AdWords e strumenti correlati mi sono sentito istantaneamente a casa. Ho apprezzato molto la presenza di un file manager per importare subito documenti e foto nell'account.
Che dire? Nulla di sorprendente. Esattamente quello che mi aspettavo. L'utente ideale è, come me, chi lavora con il Cloud al 100%. Non è certamente ideale per chi ancora utilizza applicativi installati. Diciamo che ChromiumOS può essere considerato come il punto di raccordo da PC e Tablet (iPad,Android).
Per chi lavora sul Cloud è PERFETTO in quando tutto l'overhead della gestione di un PC ed il rischio di perdere i dati sono spariti completamente.
Provatelo. Potrebbe piacervi molto.
Un consiglio: per chi non lo avesse ancora fatto è meglio che inizi seriamente a ragionare su come spostare tutte le attività sulla rete. Chi ancora usasse client di email locali, applicativi di videoscrittura ed ufficio tradizionali (vedi Office tradizionale) e software installato tradizionale è meglio che si scega la sua controparte sul Cloud ed inizi a migrare i dati. Che usiate ChromiumOS, Android, iPad poco importa: il futuro è sul Cloud.
Buona migrazione a tutti!
mercoledì 30 novembre 2011
Giornata dell'ospite del Barolo (Bni) sta iniziando!
Qui nasce il business!
In questo preciso istante all'Art Hotel Boston di Via Massena, 70 a Torino: Giornata dell'ospite del capitolo BNI - Barolo.
120 tra imprenditori e professionisti si incontrano per scambiarsi business con il sistema del passaparola.
I membri del capitolo Barolo continueranno a farlo tutti i mercoledì dalle 7:30 alle 9:00 (del mattino!).
Questo è marketing all'ennesima potenza!
Per l'incontro di oggi è tardi ma vi aspettiamo alle nostre riunione del mercoledì!

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In questo preciso istante all'Art Hotel Boston di Via Massena, 70 a Torino: Giornata dell'ospite del capitolo BNI - Barolo.
120 tra imprenditori e professionisti si incontrano per scambiarsi business con il sistema del passaparola.
I membri del capitolo Barolo continueranno a farlo tutti i mercoledì dalle 7:30 alle 9:00 (del mattino!).
Questo è marketing all'ennesima potenza!
Per l'incontro di oggi è tardi ma vi aspettiamo alle nostre riunione del mercoledì!

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sabato 19 novembre 2011
Il Diritto delle Keywords
Ogni disciplina di grande respiro introduce nuove questioni di diritto.
Il web-marketing in particolare ha profondamente inciso sull'economia globale degli ultimi anni introducendo nuove questioni di diritto che sarebbero state impensabili solamente qualche anno fa. Colgo quest'occasione, tra l'altro, per invitare gli avvocati italiani a prepararsi su questi argomenti perché in Italia tutto resta ancora da fare a questo riguardo.
Di cosa parliamo oggi in particolare? Della "proprietà intellettuale" delle keywords, le famose parole chiave utilizzate per attivare gli annunci nelle campagne pubblicitarie del web-marketing.
Le mie riflessioni partono da un articolo pubblicato negli Stati Uniti che racconta che American Airlines, colosso dei voli di linea statunitense, ha citato Google perché permette alla concorrenza di American Airlines di utilizzare per l'attivazione degli annunci parole chiave che corrispondono a trademarks, slogan e servizi proprietà della compagnia di navigazione.
Per proseguire dobbiamo chiarire una questione tecnica a chi non se intende. Le campagne pubblicitarie pay-per-click (in cui l'inserzionista paga per pubblicare i suoi annunci) sono tutte basate sulle parole chiave. Nella rete di ricerca (motori di ricerca e quant'altro) gli annunci pubblicitari pertinenti si attivano quando il navigatore digita nei criteri di ricerca le parole chiave che l'inserzionista ha selezionato per i suoi annunci. Nella rete di contenuti (ad esempio le pagine dei quotidiani) gli annunci si attivano quando il navigatore legge degli articoli che contengono le parole chiave selezionate dall'inserzionista. In ambedue i casi, quindi, gli annunci si attivano su parole chiave scelte dall'inserzionista. Qui nasce il problema legale.
Utilizziamo un esempio per capire meglio la situazione. Supponiamo che Alitalia voglia portare via un fetta di business ad American Airlines. Quello che potrebbe desiderare è che quando un utente cerca un biglietto aereo American Airlines si attivino gli annunci Alitalia. Oppure potrebbe volere che quando sui giornali si nomina American Airlines si attivino gli annunci Alitalia. E' possibile far questo? Certamente. Basta inserire "American Airlines" nelle parole chiave utilizzate per attivare gli annunci Alitalia.
Gli anglosassoni iniziano a sostenere che questa è una pratica illegale in quanto "America Airlines" è un marchio registrato. Non solo il nome della compagnia ma anche i brand relativi a servizi speciali American Airlines ed eventualmente "motti aziendali". Digitate "Intel inside" su Google. Vedrete probabilmente annunci a pagamento della Dell. E' probabile che Dell faccia proprio quello che abbiamo appena spiegato, magari in accordo con Intel per vendere più PC basati sui processori Intel. Se AMD (concorrente Intel) facesse la stessa cosa la pratica sarebbe verosimilmente illegale. Sarebbe verosimilmente illegale? Lascio agli uomini di diritto stabilirlo.
Una cosa è certa: già Google protegge gli inserzionisti con un codice etico e delle norme di comportamento pubblicitarie alle quale tutti noi dobbiamo sottostare nel comune interesse di inserzionisti ed utenti. Certo è però che se il legislatore in futuro imponesse comportamenti troppo restrittivi sarebbe la fine del pay-per-click! Parlando del mondo del futuro non mi stupirei che authority ed enti antitrust si trovino in futuro a dover liberalizzare il mercato delle keywords, liberalizzare cioè il mercato delle parole chiave.
Modernizzarsi, reinventarsi è anche questo: iniziare a capire e affrontare nuove questioni che qualche anno fa sarebbero state questioni per esperitissimi di computer. Oggi le parole chiave divento un problema sociale per tutta la comunità.
Il web-marketing in particolare ha profondamente inciso sull'economia globale degli ultimi anni introducendo nuove questioni di diritto che sarebbero state impensabili solamente qualche anno fa. Colgo quest'occasione, tra l'altro, per invitare gli avvocati italiani a prepararsi su questi argomenti perché in Italia tutto resta ancora da fare a questo riguardo.
Di cosa parliamo oggi in particolare? Della "proprietà intellettuale" delle keywords, le famose parole chiave utilizzate per attivare gli annunci nelle campagne pubblicitarie del web-marketing.
Le mie riflessioni partono da un articolo pubblicato negli Stati Uniti che racconta che American Airlines, colosso dei voli di linea statunitense, ha citato Google perché permette alla concorrenza di American Airlines di utilizzare per l'attivazione degli annunci parole chiave che corrispondono a trademarks, slogan e servizi proprietà della compagnia di navigazione.
Per proseguire dobbiamo chiarire una questione tecnica a chi non se intende. Le campagne pubblicitarie pay-per-click (in cui l'inserzionista paga per pubblicare i suoi annunci) sono tutte basate sulle parole chiave. Nella rete di ricerca (motori di ricerca e quant'altro) gli annunci pubblicitari pertinenti si attivano quando il navigatore digita nei criteri di ricerca le parole chiave che l'inserzionista ha selezionato per i suoi annunci. Nella rete di contenuti (ad esempio le pagine dei quotidiani) gli annunci si attivano quando il navigatore legge degli articoli che contengono le parole chiave selezionate dall'inserzionista. In ambedue i casi, quindi, gli annunci si attivano su parole chiave scelte dall'inserzionista. Qui nasce il problema legale.
Utilizziamo un esempio per capire meglio la situazione. Supponiamo che Alitalia voglia portare via un fetta di business ad American Airlines. Quello che potrebbe desiderare è che quando un utente cerca un biglietto aereo American Airlines si attivino gli annunci Alitalia. Oppure potrebbe volere che quando sui giornali si nomina American Airlines si attivino gli annunci Alitalia. E' possibile far questo? Certamente. Basta inserire "American Airlines" nelle parole chiave utilizzate per attivare gli annunci Alitalia.
Gli anglosassoni iniziano a sostenere che questa è una pratica illegale in quanto "America Airlines" è un marchio registrato. Non solo il nome della compagnia ma anche i brand relativi a servizi speciali American Airlines ed eventualmente "motti aziendali". Digitate "Intel inside" su Google. Vedrete probabilmente annunci a pagamento della Dell. E' probabile che Dell faccia proprio quello che abbiamo appena spiegato, magari in accordo con Intel per vendere più PC basati sui processori Intel. Se AMD (concorrente Intel) facesse la stessa cosa la pratica sarebbe verosimilmente illegale. Sarebbe verosimilmente illegale? Lascio agli uomini di diritto stabilirlo.
Una cosa è certa: già Google protegge gli inserzionisti con un codice etico e delle norme di comportamento pubblicitarie alle quale tutti noi dobbiamo sottostare nel comune interesse di inserzionisti ed utenti. Certo è però che se il legislatore in futuro imponesse comportamenti troppo restrittivi sarebbe la fine del pay-per-click! Parlando del mondo del futuro non mi stupirei che authority ed enti antitrust si trovino in futuro a dover liberalizzare il mercato delle keywords, liberalizzare cioè il mercato delle parole chiave.
Modernizzarsi, reinventarsi è anche questo: iniziare a capire e affrontare nuove questioni che qualche anno fa sarebbero state questioni per esperitissimi di computer. Oggi le parole chiave divento un problema sociale per tutta la comunità.
giovedì 17 novembre 2011
Qualcuno legge gli annunci sponsorizzati?
C'è qualcosa che mi turba nella dinamica degli annunci sponsorizzati su Google. La dinamica degli annunci a pagamento del programma AdWords di Google.
Tutte le volte che parlo con dei clienti mi dicono tutti la stessa cosa: io quegli annunci lì (riferendosi a quelli sponsorizzati) non li leggo mai! Me lo dicono tutti. Eppure non può essere così perché l'intera fortuna di Google è basata proprio sulle persone che quegli annunci li leggono. Inoltre ogni giorno seguo campagne pubblicitarie Pay per Click per i miei clienti e vedo, ovviamente, che i clicks arrivano.
Per cui vorrei rassicurare tutti: gli annunci sponsorizzati (oggi il termine è stato semplificato in "annunci") sui motori di ricerca vengono letti. La domanda ora è: da quante persone? Il numero non lo conosco ma la percentuale sì. Gli annunci sponsorizzati sui motori di ricerca coprono il 5% del traffico web.
Questa voleva essere una frase ad effetto ma adesso devo spiegare.
Gli annunci sponsorizzati delle rete di ricerca coprono il 5% del traffico web. Di questo 5% solo un esigua percentuale legge gli annunci e una percentuale ancora più esigua decide di cliccarli.
Stiamo però parlando solamente di rete di ricerca. Cos'è la rete di ricerca?
La rete di ricerca Google è l'insieme dei siti che offrono ai navigatori servizi per effettuare ricerche e che propongono dei risultati di ricerca indicizzati da Google. Quindi Google stesso fa parte della rete di ricerca. Fanno parte delle rete ricerca tanti siti che offrono risultati di ricerca e la classica casellina di ricerca "powered by Google". Qual'è la caratteristica del traffico della rete di ricerca? Sembrerà ovvio ma la caratteristica principale del traffico sulla rete di ricerca è proprio che le persone stanno attivamente cercando qualcosa. Questo significa che quel 5% di traffico che vede gli annunci sta cercando in linea di principio esattamente quello che gli state proponendo. LA rete di ricerca è pertanto ottima per fare marketing diretto e per tenere sotto controllo i costi delle campagne pubblicitarie. Spesso lavorando solamente di rete di ricerca si esaurisce tutto il traffico disponibile. Specialmente quando si lavora geolocalizzati cioè in un territorio limitato (tenete conto che il fatto stesso di lavorare in Italia ed in italiano è già una pesante geolocalizzazione!). Cosa fare in questi casi se non arrivano abbastanza visite? Aumentare il budget? Non serve a nulla. La zucca è vuota. Non c'è traffico disponibile.
Entra in gioco un altra rete importantissima: la rete display, la rete dei contenuti. Cos'è la rete display? E' l'insieme dei siti che pubblica annunci pay per click Google basandosi non più su una ricerca esplicita dell'utente bensì sul contenuto della pagina visualizzata e del sito nel suo complesso. Gli annunci pubblicitari Google sui principali quotidiani italiani online sono un tipico esempio di rete display. Gli annunci su Gmail un altro esempio. Quanto traffico c'è sulla rete display? Tantissimo. 70-80% del traffico web. Wow! Qui c'è vita! Che tipo di traffico si aggira per la rete display? Un traffico diverso dalla rete di ricerca. Qui le persone non stanno cercando qualcosa. Anzi probabilmente quello che cercavano l'hanno già trovato. Quindi l'annuncio deve essere pensato per fare incuriosire il potenziale cliente. Per distrarlo dal suo contenuto. Spesso si dice che la rete display è ottima per fare branding proprio perché associ il tuo brand ai contenuti attinenti (ad esempio un brand motociclistico sulle pagine dello sport). Questo è certamente vero. Ma è anche vero che puoi fare del buon marketing diretto (cioè portare il navigatore ad una proposta sulla tua landing page) se riesci ad essere altamente pertinente con il contenuto pubblicato sulla pagina. E questo è certamente possibile sulla rete display perché si possono selezionare siti, pagine e posizioni in cui fare comparire gli annunci (posizionamenti gestiti) cosa che assolutamente non si può fare sulla rete di ricerca.
Se, infine tutto questo non ti bastasse e avessi ancora bisogno di traffico, ricordati che esiste YouTube! Nel senso che molti non hanno capito: YouTube è integrato con AdWords ed è possibile pubblicare annunci sui contenuti video pertinenti degli altri! Tutti infatti, quando parlo di YouTube si irrigidiscono. Io so il perchè: stanno pensando che non hanno contenuti video disponibili da pubblicare. Ma questo non conta nulla! Non stiamo parlando qui di pubblicare contenuti video, bensì di pubblicare inserzioni sui contenuti già esistenti su YouTube.
PS per chi fa cross-selling (cioè per chi propone nuove cose a chi sta già comprando): la rete display è perfetta per fare cross-selling sulle vendite degli altri!
Tutte le volte che parlo con dei clienti mi dicono tutti la stessa cosa: io quegli annunci lì (riferendosi a quelli sponsorizzati) non li leggo mai! Me lo dicono tutti. Eppure non può essere così perché l'intera fortuna di Google è basata proprio sulle persone che quegli annunci li leggono. Inoltre ogni giorno seguo campagne pubblicitarie Pay per Click per i miei clienti e vedo, ovviamente, che i clicks arrivano.
Per cui vorrei rassicurare tutti: gli annunci sponsorizzati (oggi il termine è stato semplificato in "annunci") sui motori di ricerca vengono letti. La domanda ora è: da quante persone? Il numero non lo conosco ma la percentuale sì. Gli annunci sponsorizzati sui motori di ricerca coprono il 5% del traffico web.
Questa voleva essere una frase ad effetto ma adesso devo spiegare.
Gli annunci sponsorizzati delle rete di ricerca coprono il 5% del traffico web. Di questo 5% solo un esigua percentuale legge gli annunci e una percentuale ancora più esigua decide di cliccarli.
Stiamo però parlando solamente di rete di ricerca. Cos'è la rete di ricerca?
La rete di ricerca Google è l'insieme dei siti che offrono ai navigatori servizi per effettuare ricerche e che propongono dei risultati di ricerca indicizzati da Google. Quindi Google stesso fa parte della rete di ricerca. Fanno parte delle rete ricerca tanti siti che offrono risultati di ricerca e la classica casellina di ricerca "powered by Google". Qual'è la caratteristica del traffico della rete di ricerca? Sembrerà ovvio ma la caratteristica principale del traffico sulla rete di ricerca è proprio che le persone stanno attivamente cercando qualcosa. Questo significa che quel 5% di traffico che vede gli annunci sta cercando in linea di principio esattamente quello che gli state proponendo. LA rete di ricerca è pertanto ottima per fare marketing diretto e per tenere sotto controllo i costi delle campagne pubblicitarie. Spesso lavorando solamente di rete di ricerca si esaurisce tutto il traffico disponibile. Specialmente quando si lavora geolocalizzati cioè in un territorio limitato (tenete conto che il fatto stesso di lavorare in Italia ed in italiano è già una pesante geolocalizzazione!). Cosa fare in questi casi se non arrivano abbastanza visite? Aumentare il budget? Non serve a nulla. La zucca è vuota. Non c'è traffico disponibile.
Entra in gioco un altra rete importantissima: la rete display, la rete dei contenuti. Cos'è la rete display? E' l'insieme dei siti che pubblica annunci pay per click Google basandosi non più su una ricerca esplicita dell'utente bensì sul contenuto della pagina visualizzata e del sito nel suo complesso. Gli annunci pubblicitari Google sui principali quotidiani italiani online sono un tipico esempio di rete display. Gli annunci su Gmail un altro esempio. Quanto traffico c'è sulla rete display? Tantissimo. 70-80% del traffico web. Wow! Qui c'è vita! Che tipo di traffico si aggira per la rete display? Un traffico diverso dalla rete di ricerca. Qui le persone non stanno cercando qualcosa. Anzi probabilmente quello che cercavano l'hanno già trovato. Quindi l'annuncio deve essere pensato per fare incuriosire il potenziale cliente. Per distrarlo dal suo contenuto. Spesso si dice che la rete display è ottima per fare branding proprio perché associ il tuo brand ai contenuti attinenti (ad esempio un brand motociclistico sulle pagine dello sport). Questo è certamente vero. Ma è anche vero che puoi fare del buon marketing diretto (cioè portare il navigatore ad una proposta sulla tua landing page) se riesci ad essere altamente pertinente con il contenuto pubblicato sulla pagina. E questo è certamente possibile sulla rete display perché si possono selezionare siti, pagine e posizioni in cui fare comparire gli annunci (posizionamenti gestiti) cosa che assolutamente non si può fare sulla rete di ricerca.
Se, infine tutto questo non ti bastasse e avessi ancora bisogno di traffico, ricordati che esiste YouTube! Nel senso che molti non hanno capito: YouTube è integrato con AdWords ed è possibile pubblicare annunci sui contenuti video pertinenti degli altri! Tutti infatti, quando parlo di YouTube si irrigidiscono. Io so il perchè: stanno pensando che non hanno contenuti video disponibili da pubblicare. Ma questo non conta nulla! Non stiamo parlando qui di pubblicare contenuti video, bensì di pubblicare inserzioni sui contenuti già esistenti su YouTube.
PS per chi fa cross-selling (cioè per chi propone nuove cose a chi sta già comprando): la rete display è perfetta per fare cross-selling sulle vendite degli altri!
La politica commissariata? E gli Europei?
Sono l'unico ad avere una strana sensazione? In Italia abbiamo commissariato la politica. Abbiamo voluto un governo tecnico per tirarci fuori dai problemi. Abbiamo mandato a casa il governo eletto e acclamato il governo non eletto. Una democrazia al rovescio.
Se io facessi parte del governo dimissionario sarei veramente amareggiato. Il governo eletto se ne va a casa a fischi ed il governo non eletto sembra essere la speranza di salvezza per il paese. Non vi pare strano? Un generale alla difesa. Anche questo mi ha fatto veramente impressione. Alla faccia dei tecnici. Premetto che non sto criticando le persone. Ma sono stupefatto dalla situazione. Per la mia sensibilità un militare alla difesa stona veramente con uno Stato moderno e democratico. Fate attenzione. Non sto dicendo che i ministri scelti non siano competenti o che le scelte fatte non siano democratiche. Siamo una democrazia parlamentare. E in una democrazia parlamentare la fiducia al governo la dà il parlamento. Dal 1994 però ci eravamo abituati ad una democrazia un po più diretta.
Immaginate poi se Berlusconi avesse avuto un militare tra i suoi ministri! Si sarebbe urlato al Golpe. Oggi ci spiegano che è un professionista validissimo. Lo credo anche io. Altrimenti non sarebbe un generale. Resta il fatto che a me ha fatto veramente impressione vedere un militare alla difesa. In caso di scontro istituzionale tra Governo e Militari da che parte sta? In caso che gli alleati ci chiedano un intervento nel quadro della NATO siamo sicuri che porterebbe avanti le istanze del Parlamento?
Le sinistre ed il centro urlano alla vittoria. Vittoria di chi? Qui non è Berlusconi ad aver perso la partita. E' l'intera classe politica. Chi è il mandante di questo governo? Il Presidente della Repubblica chiaramente. Che disperato per la situazione ha cercato di salvare l'Italia dal default. Grazie. Questa risposta non mi soddisfa. Pongo nuovamente la domanda. Chi è il mandante di questo governo?
A parer mio dobbiamo riuscire a capire perché siamo ci è stato imposto questo governo. Ci è stato imposto in modo così forte che l'intera classe politica italiana ha dovuto chinare la testa. Chi è il mandante?
L'Europa? Chi è l'Europa? Io sono un convinto Europeista. Non di questa Europa. E' un po come essere credenti senza appartenere a nessuna religione. Questa è un Europa di Elite, un Europa basata sulla moneta non sugli Europei. E si sgretolerà sulla moneta se non correggerà il tiro. Colpa della classe politica? No. Colpa degli Europei. La classe politica riflette sempre il suo popolo di riferimento.
Quindi torno alla domanda centrale: chi ci manda questo governo? Aiutatemi a rispondere perché capire il mandante equivale a capire qual'è il potere di riferimento centrale. Stiamo difendendo l'Euro o gli Europei? Siamo convinti che difendere l'Euro corrisponda a difendere gli europei? Fate attenzione a governare gli europei in questo modo perché finirete con il salvare l'Euro e trovarvi milioni di Europei incarogniti! Fate attenzione perché quest'Europa si disgregherà dal di dentro. Questa non è un Europa di valori condivisi (ricordate i referendum sulla costituzione Europea?). Questa è un Europa di regole, regole, regole e ancora regole imposte ai cittadini di tutta Europa senza alcun controllo democratico. E se i governi non si allineano vengono spazzati via (vi pare normale che i cittadini della Grecia non possano votare per referendum se accettare le misure anti-crisi imposte dall'Europa e vi pare normale che i cittadini di tutta Europa debbano pagare i debiti dei Greci senza poter nemmeno partecipare al dibattito?)
Sapete cosa otterrete in questo modo? Milioni di cittadini che si odieranno e che attribuiranno all'Europa ogni colpa. Non bisogna lavorare per salvare l'Euro. Bisogna lavorare per salvare gli Europei. E ancora una domanda: ma cosa ci fanno Portogallo e Grecia con una moneta del 40% più forte del dollaro? FOLLIA.
domenica 13 novembre 2011
Governo tecnico? Non esiste un governo tecnico.
Nuovo governo per l'Italia. Un governo "tecnico".
Ma cos'è un governo tecnico? Un governo non può essere tecnico.
Un governo deve governare e per fare questo deve effettuare ogni giorno delle scelte.
Ognuna di queste scelte stabilisce come la ricchezza del paese viene ridistribuita (perché di crearla - per ora- non ne parla nessuno).
Queste sono pertanto scelte estremamente politiche: se tolgo i soldi alla scuola, se tasso i "ricchi", se finanzio le aziende, se alzo l'IVA ecc. compio una scelta politica basata sul mio background culturale.
Non esistono scelte a-politiche.
Pertanto cos'è un governo tecnico?
In Italia un governo tecnico o governo di larghe intese è un modo per fare quelle scelte che nessuna delle parti soggetta a giudizio elettorale può permettersi di fare. Non sappiamo ancora se l'eventuale governo del prof. Monti sarà o non sarà in grado di fare le scelte di cui ha tanto bisogno l'Italia. Ma una cosa è certa: in Italia, nessuna parte politica eletta sarebbe in grado di farle perché sarebbero talmente impopolari da costituire suicidio elettorale.
Questo è il senso di un governo tecnico in Italia.
La nostra politica è diventata così "commerciale" da poter offrire solamente "prodotti" graditi agli elettori.
L'Europa ci ha messi in riga (e su questo ci sarebbe da aprire tutto un capitolo sulla sovranità nazionale).
E noi non potevamo reagire. Non poteva Silvio Berlusconi ma non avrebbe potuto nessun'altra parte politica.
La politica italiana è intrappolata, ostaggio di economia, Europa, Democrazia e cultura.
Questi quattro elementi intrappolano e intrappoleranno qualunque politico italiano oggi e nel futuro rendendogli impossibile prendere decisioni lungimiranti.
Pensate a chi ha fatto rientrare i capitali in Italia per poi trovarseli tassati da una patrimoniale: giusto o sbagliato che sia, non vi sembra schizofrenico? Come possiamo pensare di ottenere fiducia dagli investitori internazionali se non riusciamo a dar fiducia agli investitori italiani (sì, perché chi i soldi ce li ha non li tiene sotto il materasso ma li investe....).
Pensate alla cultura dominante italiana che estromette dal suo campo di competenza qualunque materia scientifica! Ma come pensiamo di dare energia alle generazioni future? Con Dante Alighieri, con il Manzoni?
E le nuove generazioni di microprocessori le vogliamo progettare nei salotti degli intellettuali che ancora stanno a chiedersi perché Silvio Berlusconi è stato eletto e rieletto?
Pensate al debito pubblico: quale famiglia potrebbe continuare a contrarre debito per fare felici i figli senza aver la certezza assoluta di un aumento proporzionale del reddito?
La politica italiana è ostaggio di economia, Europa, Democrazia e cultura.
L'economia è miope e non vede lontano.
Gli europei, mediamente, si detestano.
La Democrazia è diventata sinonimo di permissivismo ad oltranza, di "tutti hanno ragione in egual misura".
E la cultura è pre-rinascimentale, alias medioevale. Sapete che l'Italia finanzia più ricerche sul Medio Evo che sulla struttura profonda della materia? Ma cosa ci sarà ancora da scoprire sul Medio Evo?
Questo è il punto di partenza. Da questo punto di partenza dobbiamo iniziare a lavorare.
Cosa vorrei fare con questo blog? Semplice: avviare un impresa impossibile. Raggruppare persone che vogliano pacatamente discutere per sviluppare una Cultura (questa volta con la C maiuscola) adatta a portar fuori il nostro paese da quest'impasse totale.
Ringrazio tutti quelli che vorranno partecipare.
Ma cos'è un governo tecnico? Un governo non può essere tecnico.
Un governo deve governare e per fare questo deve effettuare ogni giorno delle scelte.
Ognuna di queste scelte stabilisce come la ricchezza del paese viene ridistribuita (perché di crearla - per ora- non ne parla nessuno).
Queste sono pertanto scelte estremamente politiche: se tolgo i soldi alla scuola, se tasso i "ricchi", se finanzio le aziende, se alzo l'IVA ecc. compio una scelta politica basata sul mio background culturale.
Non esistono scelte a-politiche.
Pertanto cos'è un governo tecnico?
In Italia un governo tecnico o governo di larghe intese è un modo per fare quelle scelte che nessuna delle parti soggetta a giudizio elettorale può permettersi di fare. Non sappiamo ancora se l'eventuale governo del prof. Monti sarà o non sarà in grado di fare le scelte di cui ha tanto bisogno l'Italia. Ma una cosa è certa: in Italia, nessuna parte politica eletta sarebbe in grado di farle perché sarebbero talmente impopolari da costituire suicidio elettorale.
Questo è il senso di un governo tecnico in Italia.
La nostra politica è diventata così "commerciale" da poter offrire solamente "prodotti" graditi agli elettori.
L'Europa ci ha messi in riga (e su questo ci sarebbe da aprire tutto un capitolo sulla sovranità nazionale).
E noi non potevamo reagire. Non poteva Silvio Berlusconi ma non avrebbe potuto nessun'altra parte politica.
La politica italiana è intrappolata, ostaggio di economia, Europa, Democrazia e cultura.
Questi quattro elementi intrappolano e intrappoleranno qualunque politico italiano oggi e nel futuro rendendogli impossibile prendere decisioni lungimiranti.
Pensate a chi ha fatto rientrare i capitali in Italia per poi trovarseli tassati da una patrimoniale: giusto o sbagliato che sia, non vi sembra schizofrenico? Come possiamo pensare di ottenere fiducia dagli investitori internazionali se non riusciamo a dar fiducia agli investitori italiani (sì, perché chi i soldi ce li ha non li tiene sotto il materasso ma li investe....).
Pensate alla cultura dominante italiana che estromette dal suo campo di competenza qualunque materia scientifica! Ma come pensiamo di dare energia alle generazioni future? Con Dante Alighieri, con il Manzoni?
E le nuove generazioni di microprocessori le vogliamo progettare nei salotti degli intellettuali che ancora stanno a chiedersi perché Silvio Berlusconi è stato eletto e rieletto?
Pensate al debito pubblico: quale famiglia potrebbe continuare a contrarre debito per fare felici i figli senza aver la certezza assoluta di un aumento proporzionale del reddito?
La politica italiana è ostaggio di economia, Europa, Democrazia e cultura.
L'economia è miope e non vede lontano.
Gli europei, mediamente, si detestano.
La Democrazia è diventata sinonimo di permissivismo ad oltranza, di "tutti hanno ragione in egual misura".
E la cultura è pre-rinascimentale, alias medioevale. Sapete che l'Italia finanzia più ricerche sul Medio Evo che sulla struttura profonda della materia? Ma cosa ci sarà ancora da scoprire sul Medio Evo?
Questo è il punto di partenza. Da questo punto di partenza dobbiamo iniziare a lavorare.
Cosa vorrei fare con questo blog? Semplice: avviare un impresa impossibile. Raggruppare persone che vogliano pacatamente discutere per sviluppare una Cultura (questa volta con la C maiuscola) adatta a portar fuori il nostro paese da quest'impasse totale.
Ringrazio tutti quelli che vorranno partecipare.
martedì 18 ottobre 2011
SEO: Prima pagina su Google
Voglio essere in prima pagina su Google!
E' possibile? Questo mi chiedono spesso in tanti.
E' possibile. Questo blog ne è una dimostrazione pratica.
Per tantissime parole chiave strategiche al web marketing questo blog è in prima pagina. Miracolo? Assolutamente no. E' sufficiente rispettare alcuni criteri importanti
BISOGNA RISPETTARE I FONDAMENTALI.
Non so più come dirlo. Continuo a ripeterlo. Ci sono dei criteri fondamentali che vanno assolutamente rispettati altrimenti la prima pagina non arriva. Punto. questi criteri fondamentali sono semplici e chiari.
Proviamo ancora una volta a ripercorrerli. Ricordo nuovamente che stiamo parlando di SEO, quindi di risultati organici non a pagamento.
Ho diviso l'elenco in Criteri fondamentali assoluti e Criteri fondamentali secondari. Tutti i requisiti di questi elenchi sono importantissimi ma se non rispettate gli assoluti faticherete molto, molto di più.
CRITERI FONDAMENTALI ASSOLUTI
1- Il sito Web va pensato per le persone,
non per i motori di ricerca. Deve offrire contenuti originali e ricchi. Contenuti copiati non solo sono irrilevanti ma penalizzano!
2- Porre grande attenzione al titolo dato ad ogni pagina.
Il titolo è quello che viene espresso nel tag
<title> </title>
E' altamente probabile che il titolo venga riportato nel risultato della ricerca. Spesso comparirà nella prima riga di tale risultato.
Il titolo deve descrivere accuratamente il contenuto della pagina, essere originale e univoco nel sito.
Può essere utile riportare nel titolo delle pagine interne un richiamo generale al sito o al contenuto espresso complessivamente nel sito: questo blog ad esempio riporta sempre "Web marketing" nel titolo di ogni pagina.
I titoli non sono panini farciti: non riempiteli di parole chiave. Sono titoli e sono fatti per gli esseri umani.
3- Compilare adeguate descrizioni di pagina.
La descrizione della pagina è quella che viene inserita nel tag:
<meta name="description" content="Questa è la descrizione della mia pagina" />
La descrizione di pagina ha alta probabilità di uscire nel risultato di ricerca. E' importante perchè consente al motore di ricerca di capire meglio il contenuto della pagina (a volte il titolo non è sufficiente). Ma soprattutto, se esce nei risultati di ricerca determinerà se le persone sceglieranno di visitare la vostra pagina oppure no.
Non imbottite la descrizione di pagina con parole chiave. Esiste un apposito tag per questo che tra l'altro conta poco nulla. Immaginate di aver davanti una persona e di doverla convincere a leggere la vostra pagina con quello che scrivete nella descrizione di pagina. Questo è pressapoco quello che succede nella realtà.
Non è detto al 100% che il motore di ricerca decida di usare questa descrizione: potrebbe usare anche una sezione pertinente del contenuto visibile della pagina o la descrizione del sito presa dalle grandi directory quali DMOZ (vedi dopo). Ma non sapendolo a priori dovete dedicare la massima cura alla compilazione della descrizione di pagina. Attenzione alle descrizioni ripetute nel sito! Siate specifici e non troppo generici.
4- Presta attenzione all'URL (indirizzo) della pagina.
Esempio di URL incomprensibile: http://www.miosito.com/page?id=322343_a.html
Esempio di URL corretto: http://www.miosito.com/10_consigli_di_SEO.html
Chiara la differenza? Come è chiara per voi lo è per il motore di ricerca.
Se potete rispettate nell'URL la gerarchia dei contenuti del sito:
www.miosito.com/prodotti/audio_video/amplificatori_pioneer.html
Gli slash (/) separano le categorie e le sotto categorie del sito. Le cartelle del sito rispettano la gerarchia di prodotti e servizi descritti nel sito.
Se le pagine del vostro sito vengono generate dinamicamente e avete difficoltà a creare degli URL comprensibili è meglio che usiate le regole di URL rewriting offerte di web server. Queste regole permettono di convertite dinamicamente degli URL criptici in URL per i comuni mortali.
5- Organizza il sito con una gerarchia semplice e poco profonda. Pubblicate una mappa.
Assicurati che ogni pagina sia raggiungibile con un massimo assoluto di 3 clicks.
Organizza i contenuti in modo chiaro. Ricordati che non è detto che il tuo sito venga navigato dalla home page. Quindi assicurati da ogni pagina sia possibile orientarsi chiaramente. Assicurati che da ogni pagina si capisca di cosa si sta parlando.
A volte gli utenti più esperti usano delle scorciatoie per saltare da una parte all'altra del sito. Ad esempio scrivono manualmente un URL. Facciamo un esempio:
Mettiamo che esita una pagina nel vostro sito con il seguente indirizzo:
www.miosito.com/prodotti/2010/novita_del_SEO.html
qualcuno potrebbe allora digitare direttamente:
www.miosito.com/prodotti/2011/novita_del_SEO.html
Se la vostra struttura è coerente non dovrebbero esserci grandi problemi.
All'interno delle pagine invece i contenuti possono essere organizzati in modo gerarchico utilizzando i tag di heading (testata): H1, H2, H3 ecc.. essendo H1 il più importante, quello di più alto livello.
L'utilizzo dei tags di testata permette non solo ai motori di ricerca ma anche alle persone di capire la gerarchia di contenuti.
6- Prevedete gli errori di pagina mancante
Prevedete comunque che i navigatori possano inserire un indirizzo inesistenze e gestite l'eccezione:
prevedete una pagina per l'errore 404 (pagina inesistente) e fate sì che questa pagina abbia una grafica consistenza con il resto del sito e guidi il visitatore in terre conosciute.
Ricordate: i siti sono fatti per le persone, non per i motori di ricerca. Il motore di ricerca premia un sito utile alle persone perché il suo business consiste nell'offrire contenuti di qualità ed utili alle persone.
Prevedete una pagina "indice" che indichi la mappa completa del sito (sitemap).
Prevedete anche una Sitemap in XML per i crawler dei motori di ricerca o per la submission a speciali strumenti quali Google Webmaster's Tools.
7- Utilizzate ovunque possibile links ipertestuali standard per la navigazione.
I links testuali (i classici blu sottolineati) sono più visibili, vengono percepiti anche inconsciamente (ci siamo abituati) e sono veloci da navigare. Compilate in modo accurato il testo descrittivo dei link (l'anchor text). Il motore di ricerca utilizza l'anchor text per capire il contenuto della pagina di destinazione. Il nostro cervello fa uguale. Evitate rigorosamente i "premi qui" e affini. Usate testi pertinenti. Mi raccomando. Questo è più vero che mai per i links che provengono dall'esterno del vostro sito.
Evitate di trasformare l'aspetto delle ancore tramite l'uso di CSS o stili in generale.
8- Compilate la proprietà alt delle immagini e scegliete nomi di file appropriati.
L'alternate description delle immagini (alt="descrizione immagine") viene visualizzato in caso di errato caricamento dell'immagine, viene visualizzato a volte sotto form di tooltip quando si porta il cursore del mouse sull'immagine e soprattutto, la proprietà alt viene utilizzata dai motori di ricerca per indicizzare le immagini! Google images ne f largo uso.
Scegliete anche dei nomi di files adeguati: 54543543.jpg non va bene. Grafico_SEO_in _Italia.jpg sì.
I motori di ricerca usano anche questa informazione per indicizzare le immagini.
Organizzate le immagini in cartelle appropriate in modo che la prorietà source (percorso) dell'immagine sia autoesplicativo: src="http://www.miosito.com/img/servizi/seo_di_qualita/seo.jpg".
9- Ottimizzati il crawling tramite il file robots.txt e la direttiva nofollow per i links
Con la direttiva Disallow nel file robots.txt è possibile prevenire che i crawler indicizzino alcune parti di un sito inappropirate. Ad esempio si può escludere una cartella con il seguente file robots.txt (da piazzare nella radice del sito):
User-agent: *
Disallow: /Utenti
Disallow: /log/
Queste direttive impediscono l'accesso alla cartella log e a tutte le cartelle che cominciano con /Utenti
Non è questo l'articolo per approfondire l'argomento, l'abbiamo già fatto, ma bisogna ricordare che i links di una pagina sono l'equivalente di una referenza nel business: passano credibilità e valore ( o reputazione)
Se non volete passare reputazione ad una pagina collegata inserite la direttiva "nofollow" nel link:
rel="nofollow"
Assicuratevi, nelle sezioni dinamiche che i vostri utenti possono compilare, di inserire sempre la direttiva nofollow altrimenti i vostri utenti potrebbero inserire dei link e trasferirsi la vostra reputazione!
10- Promuovi il sito
Fatto tutto questo promuovi il sito. Usa blog, social network, carta stampata, megafono e tutto quanto ti venga in mente per promuoverlo. Ricorda di non disdegnare la promozione off-line!
NOTA: L'uso dei grassetti.
Alcuni motori di ricerca riportano nel risultato di ricerca in grassetto le parole digitate dall'utente.
Se nel titolo, nella descrizione pagina, negli URL e nei contenuti principali scrivete i testi che i vostri clienti pensate possano scrivere sarete pertanto avvantaggiati da tanti grassetti!
CRITERI FONDAMENTALI SECONDARI
11- Registrare il sito sulle principale directories mondiali.
In particolare registrare il sito su DMOZ e Yahoo! Dir listing.
Queste vengono gestite da esseri umani e quindi sono tenute in alta reputazione dai motori di ricerca. Se il vostro sito c'è ha sicuramente un grande vantaggio competitivo sugli altri.
12- Siate presenti sui social networks principali
Assicuratevi una presenza almeno su Facebook, LinkedIn, Twitter
Molto importante è ottenere menzioni su Digg e Diigo
13- Assicuratevi che i crawler riescano ad accedere e a leggere tutte le pagina.
Usate i log e strumenti speciali quali i Webmaster's Tools di Google.
Se il crawler non riesce a leggere delle pagine o se la struttura del sito non segue i consigli elencati prima intere parti dei vostri contenuti potrebbero non venire indicizzati. Verificate con attenzione. Inviate la sitemap ai motori di ricerca usando gli stessi strumenti.
14- Assicuratevi che le pagine si carichino velocemente.
I motori di ricerca penalizzano le pagine lente a caricarsi. I vostri visitatori di più.
15- Limitate la pubblicità.
Limitate la pubblicità e soprattutto non datele posizioni di troppo rilievo. Altrimenti non piacerete né ai motori di ricerca né alle persone.
16- Non scrivete titoli di più di 65 caratteri
Verranno troncati da alcuni motori di ricerca o addirittura scartati.
17- non usate URL di più di 115 caratteri
Idem come sopra
18- Non riutilizzate lo stesso titolo su più pagine
19- Non riutilizzate la stessa descrizione per più pagine
E soprattutto non dimenticatevi la descrizione!
20- Evitate pagine di grandezza maggiore di 100kb
Motori di ricerca, PC degli utenti e utenti impazienti non le amano.
21- Non usate frames
Punto.
22- Verificate con appositi strumenti la correttezza del codice HTML e CSS
La maggior parte dei browser riesce ad applicare delle correzioni automatiche. Tuttavia, essendo gli errori gestiti in modo diverso in browser differenti i risultati saranno imprevedibili.
Soprattutto sarà imprevedibile se e come i motori di ricerca vi indicizzeranno.
Inoltre potreste creare degli errori di runtime sui browser dei visitatori e comportamenti imprevedibili.
Usate degli strumenti appositamente studiati per rilevare questi errori. E' impossibile che li possiate trovare a mano.
Allo stesso modo e per le stesse ragioni validate i CSS oltre che l'HTML.
23- Verificate tutti i links interni e verso l'esterno.
Links danneggiati (cioè che portano a pagine inesistenti) creano danni al posizionamento ma soprattutto innervosiscono le persone che percepiscono questi problemi come una scarsa qualità dei contenuti.
Assicuratevi che il testo del link sia esplicativo del contenuto al quale puntano. Altrimenti
correggeteli.
24- Verificate i links provenienti dall'esterno.
Usate strumenti come Google webmaster's Tools per verificare tutti i links che vi puntano.
I links dall'esterno (inbound) sono essenziali. Sono loro che vi generano reputazione e quindi ranking.
Assicuratevi che il testo del link sia esplicativo del contenuto al quale puntano. Altrimenti
cercate di farli correggere.
25- Verificate che le vostre pagine siano codificate con il character set appropriato
Esistono vari tipi di character encoding. Scegliete quello appropriato per i vostri contenuti e la vostra zona geografica (o comunque quella del vostro o dei vostri target).
That's All Folks!
E' possibile? Questo mi chiedono spesso in tanti.
E' possibile. Questo blog ne è una dimostrazione pratica.
Per tantissime parole chiave strategiche al web marketing questo blog è in prima pagina. Miracolo? Assolutamente no. E' sufficiente rispettare alcuni criteri importanti
BISOGNA RISPETTARE I FONDAMENTALI.
Non so più come dirlo. Continuo a ripeterlo. Ci sono dei criteri fondamentali che vanno assolutamente rispettati altrimenti la prima pagina non arriva. Punto. questi criteri fondamentali sono semplici e chiari.
Proviamo ancora una volta a ripercorrerli. Ricordo nuovamente che stiamo parlando di SEO, quindi di risultati organici non a pagamento.
Ho diviso l'elenco in Criteri fondamentali assoluti e Criteri fondamentali secondari. Tutti i requisiti di questi elenchi sono importantissimi ma se non rispettate gli assoluti faticherete molto, molto di più.
CRITERI FONDAMENTALI ASSOLUTI
1- Il sito Web va pensato per le persone,
non per i motori di ricerca. Deve offrire contenuti originali e ricchi. Contenuti copiati non solo sono irrilevanti ma penalizzano!
2- Porre grande attenzione al titolo dato ad ogni pagina.
Il titolo è quello che viene espresso nel tag
<title> </title>
E' altamente probabile che il titolo venga riportato nel risultato della ricerca. Spesso comparirà nella prima riga di tale risultato.
Il titolo deve descrivere accuratamente il contenuto della pagina, essere originale e univoco nel sito.
Può essere utile riportare nel titolo delle pagine interne un richiamo generale al sito o al contenuto espresso complessivamente nel sito: questo blog ad esempio riporta sempre "Web marketing" nel titolo di ogni pagina.
I titoli non sono panini farciti: non riempiteli di parole chiave. Sono titoli e sono fatti per gli esseri umani.
3- Compilare adeguate descrizioni di pagina.
La descrizione della pagina è quella che viene inserita nel tag:
<meta name="description" content="Questa è la descrizione della mia pagina" />
La descrizione di pagina ha alta probabilità di uscire nel risultato di ricerca. E' importante perchè consente al motore di ricerca di capire meglio il contenuto della pagina (a volte il titolo non è sufficiente). Ma soprattutto, se esce nei risultati di ricerca determinerà se le persone sceglieranno di visitare la vostra pagina oppure no.
Non imbottite la descrizione di pagina con parole chiave. Esiste un apposito tag per questo che tra l'altro conta poco nulla. Immaginate di aver davanti una persona e di doverla convincere a leggere la vostra pagina con quello che scrivete nella descrizione di pagina. Questo è pressapoco quello che succede nella realtà.
Non è detto al 100% che il motore di ricerca decida di usare questa descrizione: potrebbe usare anche una sezione pertinente del contenuto visibile della pagina o la descrizione del sito presa dalle grandi directory quali DMOZ (vedi dopo). Ma non sapendolo a priori dovete dedicare la massima cura alla compilazione della descrizione di pagina. Attenzione alle descrizioni ripetute nel sito! Siate specifici e non troppo generici.
4- Presta attenzione all'URL (indirizzo) della pagina.
Esempio di URL incomprensibile: http://www.miosito.com/page?id=322343_a.html
Esempio di URL corretto: http://www.miosito.com/10_consigli_di_SEO.html
Chiara la differenza? Come è chiara per voi lo è per il motore di ricerca.
Se potete rispettate nell'URL la gerarchia dei contenuti del sito:
www.miosito.com/prodotti/audio_video/amplificatori_pioneer.html
Gli slash (/) separano le categorie e le sotto categorie del sito. Le cartelle del sito rispettano la gerarchia di prodotti e servizi descritti nel sito.
Se le pagine del vostro sito vengono generate dinamicamente e avete difficoltà a creare degli URL comprensibili è meglio che usiate le regole di URL rewriting offerte di web server. Queste regole permettono di convertite dinamicamente degli URL criptici in URL per i comuni mortali.
5- Organizza il sito con una gerarchia semplice e poco profonda. Pubblicate una mappa.
Assicurati che ogni pagina sia raggiungibile con un massimo assoluto di 3 clicks.
Organizza i contenuti in modo chiaro. Ricordati che non è detto che il tuo sito venga navigato dalla home page. Quindi assicurati da ogni pagina sia possibile orientarsi chiaramente. Assicurati che da ogni pagina si capisca di cosa si sta parlando.
A volte gli utenti più esperti usano delle scorciatoie per saltare da una parte all'altra del sito. Ad esempio scrivono manualmente un URL. Facciamo un esempio:
Mettiamo che esita una pagina nel vostro sito con il seguente indirizzo:
www.miosito.com/prodotti/2010/novita_del_SEO.html
qualcuno potrebbe allora digitare direttamente:
www.miosito.com/prodotti/2011/novita_del_SEO.html
Se la vostra struttura è coerente non dovrebbero esserci grandi problemi.
All'interno delle pagine invece i contenuti possono essere organizzati in modo gerarchico utilizzando i tag di heading (testata): H1, H2, H3 ecc.. essendo H1 il più importante, quello di più alto livello.
L'utilizzo dei tags di testata permette non solo ai motori di ricerca ma anche alle persone di capire la gerarchia di contenuti.
6- Prevedete gli errori di pagina mancante
Prevedete comunque che i navigatori possano inserire un indirizzo inesistenze e gestite l'eccezione:
prevedete una pagina per l'errore 404 (pagina inesistente) e fate sì che questa pagina abbia una grafica consistenza con il resto del sito e guidi il visitatore in terre conosciute.
Ricordate: i siti sono fatti per le persone, non per i motori di ricerca. Il motore di ricerca premia un sito utile alle persone perché il suo business consiste nell'offrire contenuti di qualità ed utili alle persone.
Prevedete una pagina "indice" che indichi la mappa completa del sito (sitemap).
Prevedete anche una Sitemap in XML per i crawler dei motori di ricerca o per la submission a speciali strumenti quali Google Webmaster's Tools.
7- Utilizzate ovunque possibile links ipertestuali standard per la navigazione.
I links testuali (i classici blu sottolineati) sono più visibili, vengono percepiti anche inconsciamente (ci siamo abituati) e sono veloci da navigare. Compilate in modo accurato il testo descrittivo dei link (l'anchor text). Il motore di ricerca utilizza l'anchor text per capire il contenuto della pagina di destinazione. Il nostro cervello fa uguale. Evitate rigorosamente i "premi qui" e affini. Usate testi pertinenti. Mi raccomando. Questo è più vero che mai per i links che provengono dall'esterno del vostro sito.
Evitate di trasformare l'aspetto delle ancore tramite l'uso di CSS o stili in generale.
8- Compilate la proprietà alt delle immagini e scegliete nomi di file appropriati.
L'alternate description delle immagini (alt="descrizione immagine") viene visualizzato in caso di errato caricamento dell'immagine, viene visualizzato a volte sotto form di tooltip quando si porta il cursore del mouse sull'immagine e soprattutto, la proprietà alt viene utilizzata dai motori di ricerca per indicizzare le immagini! Google images ne f largo uso.
Scegliete anche dei nomi di files adeguati: 54543543.jpg non va bene. Grafico_SEO_in _Italia.jpg sì.
I motori di ricerca usano anche questa informazione per indicizzare le immagini.
Organizzate le immagini in cartelle appropriate in modo che la prorietà source (percorso) dell'immagine sia autoesplicativo: src="http://www.miosito.com/img/servizi/seo_di_qualita/seo.jpg".
9- Ottimizzati il crawling tramite il file robots.txt e la direttiva nofollow per i links
Con la direttiva Disallow nel file robots.txt è possibile prevenire che i crawler indicizzino alcune parti di un sito inappropirate. Ad esempio si può escludere una cartella con il seguente file robots.txt (da piazzare nella radice del sito):
User-agent: *
Disallow: /Utenti
Disallow: /log/
Queste direttive impediscono l'accesso alla cartella log e a tutte le cartelle che cominciano con /Utenti
Non è questo l'articolo per approfondire l'argomento, l'abbiamo già fatto, ma bisogna ricordare che i links di una pagina sono l'equivalente di una referenza nel business: passano credibilità e valore ( o reputazione)
Se non volete passare reputazione ad una pagina collegata inserite la direttiva "nofollow" nel link:
rel="nofollow"
Assicuratevi, nelle sezioni dinamiche che i vostri utenti possono compilare, di inserire sempre la direttiva nofollow altrimenti i vostri utenti potrebbero inserire dei link e trasferirsi la vostra reputazione!
10- Promuovi il sito
Fatto tutto questo promuovi il sito. Usa blog, social network, carta stampata, megafono e tutto quanto ti venga in mente per promuoverlo. Ricorda di non disdegnare la promozione off-line!
NOTA: L'uso dei grassetti.
Alcuni motori di ricerca riportano nel risultato di ricerca in grassetto le parole digitate dall'utente.
Se nel titolo, nella descrizione pagina, negli URL e nei contenuti principali scrivete i testi che i vostri clienti pensate possano scrivere sarete pertanto avvantaggiati da tanti grassetti!
CRITERI FONDAMENTALI SECONDARI
11- Registrare il sito sulle principale directories mondiali.
In particolare registrare il sito su DMOZ e Yahoo! Dir listing.
Queste vengono gestite da esseri umani e quindi sono tenute in alta reputazione dai motori di ricerca. Se il vostro sito c'è ha sicuramente un grande vantaggio competitivo sugli altri.
12- Siate presenti sui social networks principali
Assicuratevi una presenza almeno su Facebook, LinkedIn, Twitter
Molto importante è ottenere menzioni su Digg e Diigo
13- Assicuratevi che i crawler riescano ad accedere e a leggere tutte le pagina.
Usate i log e strumenti speciali quali i Webmaster's Tools di Google.
Se il crawler non riesce a leggere delle pagine o se la struttura del sito non segue i consigli elencati prima intere parti dei vostri contenuti potrebbero non venire indicizzati. Verificate con attenzione. Inviate la sitemap ai motori di ricerca usando gli stessi strumenti.
14- Assicuratevi che le pagine si carichino velocemente.
I motori di ricerca penalizzano le pagine lente a caricarsi. I vostri visitatori di più.
15- Limitate la pubblicità.
Limitate la pubblicità e soprattutto non datele posizioni di troppo rilievo. Altrimenti non piacerete né ai motori di ricerca né alle persone.
16- Non scrivete titoli di più di 65 caratteri
Verranno troncati da alcuni motori di ricerca o addirittura scartati.
17- non usate URL di più di 115 caratteri
Idem come sopra
18- Non riutilizzate lo stesso titolo su più pagine
19- Non riutilizzate la stessa descrizione per più pagine
E soprattutto non dimenticatevi la descrizione!
20- Evitate pagine di grandezza maggiore di 100kb
Motori di ricerca, PC degli utenti e utenti impazienti non le amano.
21- Non usate frames
Punto.
22- Verificate con appositi strumenti la correttezza del codice HTML e CSS
La maggior parte dei browser riesce ad applicare delle correzioni automatiche. Tuttavia, essendo gli errori gestiti in modo diverso in browser differenti i risultati saranno imprevedibili.
Soprattutto sarà imprevedibile se e come i motori di ricerca vi indicizzeranno.
Inoltre potreste creare degli errori di runtime sui browser dei visitatori e comportamenti imprevedibili.
Usate degli strumenti appositamente studiati per rilevare questi errori. E' impossibile che li possiate trovare a mano.
Allo stesso modo e per le stesse ragioni validate i CSS oltre che l'HTML.
23- Verificate tutti i links interni e verso l'esterno.
Links danneggiati (cioè che portano a pagine inesistenti) creano danni al posizionamento ma soprattutto innervosiscono le persone che percepiscono questi problemi come una scarsa qualità dei contenuti.
Assicuratevi che il testo del link sia esplicativo del contenuto al quale puntano. Altrimenti
correggeteli.
24- Verificate i links provenienti dall'esterno.
Usate strumenti come Google webmaster's Tools per verificare tutti i links che vi puntano.
I links dall'esterno (inbound) sono essenziali. Sono loro che vi generano reputazione e quindi ranking.
Assicuratevi che il testo del link sia esplicativo del contenuto al quale puntano. Altrimenti
cercate di farli correggere.
25- Verificate che le vostre pagine siano codificate con il character set appropriato
Esistono vari tipi di character encoding. Scegliete quello appropriato per i vostri contenuti e la vostra zona geografica (o comunque quella del vostro o dei vostri target).
That's All Folks!
giovedì 13 ottobre 2011
Bergamo Orio al Serio festeggia 30.000.000 di passeggeri
Appena dato l'annuncio.
Il 30.000.000 esimo passeggero è un bimbo.
Ho voluto pubblicare quest'annuncio perchè ho subito pensato all'insieme di fattori che hanno attribuito ad un tale successo:
30.000.000 di passeggeri!
1) un piano industriale liberale e lungimirante
2) una buona dose di investimenti
3) tanti servizi al passeggero (compreso Orio center e NH Hotel di fronte all'aeroporto)
4) un business centrato sulle low cost (Ryannair, Wizzair,...)
Sapete che il web marketing è stato fondamentale in questo fenomeno?
Si, perchè la quasi totalità dei biglietti aerei venduti per questi voli si vende e si promuove online.
Ha contribito infine il passaparola dei passeggeri.
Bergamo Orio al Serio è un chiaro esempio di cosa si può fare quando si sepellisce il business model del passato, si punta sul nuovo, si democratizzano i costi, si offre servizio e si promuove tutto questo online.
Benvenuto 30.000.000esimo passeggero!
Il 30.000.000 esimo passeggero è un bimbo.
Ho voluto pubblicare quest'annuncio perchè ho subito pensato all'insieme di fattori che hanno attribuito ad un tale successo:
30.000.000 di passeggeri!
1) un piano industriale liberale e lungimirante
2) una buona dose di investimenti
3) tanti servizi al passeggero (compreso Orio center e NH Hotel di fronte all'aeroporto)
4) un business centrato sulle low cost (Ryannair, Wizzair,...)
Sapete che il web marketing è stato fondamentale in questo fenomeno?
Si, perchè la quasi totalità dei biglietti aerei venduti per questi voli si vende e si promuove online.
Ha contribito infine il passaparola dei passeggeri.
Bergamo Orio al Serio è un chiaro esempio di cosa si può fare quando si sepellisce il business model del passato, si punta sul nuovo, si democratizzano i costi, si offre servizio e si promuove tutto questo online.
Benvenuto 30.000.000esimo passeggero!
mercoledì 12 ottobre 2011
SEO: I commenti nei Blog
I commenti nei blog si stanno "svuotando" di contenuto.
Io ho preso la decisione, fin dal primo giorno, di non filtrare i commenti (a meno che non siano puro SPAM).
Che siano positivi o negativi li lascio lì. Lascio anche quelli scostumati tanto per far vedere che tipo di gente si trova sulla rete.
Quello che noto sempre di più è che la maggior parte dei commenti sono "interessati". Sono fatti cioè da persone e/o azienda che hanno a loro volta un blog o un sito da pubblicizzare in modo da avere un "backlink", essenzialmente una referenza dal Blog sul quale inseriscono il commento verso il loro sito. Oppure cercano di catturare l'attenzione di chi pubblica o dei suoi lettori per portarli verso il sito del commentatore.
Non c'è nulla di male in questo. Pratica consolidata e anche positiva per tanti aspetti in quanto molti commenti sono fatti di cuore.
Il problema è che rischiamo, se si esagera in questa pratica, di diventare autoreferenziali. Il risultato finale sarà che il ranking sale, le visite altrettanto ma ci leggiamo solamente tra di noi.
Questo ha un influenza anche sui costi del SEO e i costi delle campagne pubblicitarie.
Queste pratiche autoreferenziali rendono i numeri sui quali si ragiona poco significativi e non permettono la misurazione del reale interesse per il contenuto degli articoli pubblicati.
Ovviamente sto esasperando una tendenza ma vale la pena rifletterci!
Io ho preso la decisione, fin dal primo giorno, di non filtrare i commenti (a meno che non siano puro SPAM).
Che siano positivi o negativi li lascio lì. Lascio anche quelli scostumati tanto per far vedere che tipo di gente si trova sulla rete.
Quello che noto sempre di più è che la maggior parte dei commenti sono "interessati". Sono fatti cioè da persone e/o azienda che hanno a loro volta un blog o un sito da pubblicizzare in modo da avere un "backlink", essenzialmente una referenza dal Blog sul quale inseriscono il commento verso il loro sito. Oppure cercano di catturare l'attenzione di chi pubblica o dei suoi lettori per portarli verso il sito del commentatore.
Non c'è nulla di male in questo. Pratica consolidata e anche positiva per tanti aspetti in quanto molti commenti sono fatti di cuore.
Il problema è che rischiamo, se si esagera in questa pratica, di diventare autoreferenziali. Il risultato finale sarà che il ranking sale, le visite altrettanto ma ci leggiamo solamente tra di noi.
Questo ha un influenza anche sui costi del SEO e i costi delle campagne pubblicitarie.
Queste pratiche autoreferenziali rendono i numeri sui quali si ragiona poco significativi e non permettono la misurazione del reale interesse per il contenuto degli articoli pubblicati.
Ovviamente sto esasperando una tendenza ma vale la pena rifletterci!
lunedì 10 ottobre 2011
Espandere il business: Come scegliete i vostri fornitori?
Quando dovete procedere con un acquisto e non avete già un fornitore di riferimento, come scegliete un nuovo fornitore?
Se fate questa domanda ad un po’ di professionisti, commercianti, imprenditori e anche semplici utenti o clienti, scoprirete come la maggior parte di loro scelga il fornitore tramite passaparola.
Certo, il Web è una grande vetrina e sicuramente molti gli danno un’occhiata. Anzi, probabilmente oggi la ricerca inizia proprio dal Web.
Però se una persona di cui vi fidate vi consiglia un negozio, un professionista, un ristorante o un impresa è molto probabile che voi decidiate di testare quel fornitore semplicemente perché vi fidate della persona che vi ha dato il consiglio. E' il concetto di trasferimento del trust value, il trasferimento di fiducia: in parole semplici "il passaparola".
Questo è il marketing del passaparola.
Avete mai pensato a questa dinamica?
C’è un altro aspetto da valutare nella scelta di un fornitore.
Diamo per scontato la professionalità, il buon rapporto qualità/prezzo, la puntualità, perché queste sono le caratteristiche di base per essere un vostro fornitore.
Oltre a questo, quanti fornitori vi sono stati consigliati da vostri clienti? E, rovesciando il ragionamento, quali clienti vi consigliano e vi referenziano ai loro clienti?
È un altro punto di vista con cui valutare aziende e professionisti con cui collaboriamo quotidianamente, ma che spesso si ricordano di noi solo in vece di clienti e non come potenziali fornitori di prodotti o servizi che potrebbero essere utili ai loro clienti.
La prossima volta che state per emettere un ordine o per affidare il mandato per un servizio, provate a scorrere l’elenco dei clienti e fornitori attivi e chiedetevi se questi sono anche vostri partner attivi (cioè se vi referenziano a potenziali clienti).
Se fate questa domanda ad un po’ di professionisti, commercianti, imprenditori e anche semplici utenti o clienti, scoprirete come la maggior parte di loro scelga il fornitore tramite passaparola.
Certo, il Web è una grande vetrina e sicuramente molti gli danno un’occhiata. Anzi, probabilmente oggi la ricerca inizia proprio dal Web.
Però se una persona di cui vi fidate vi consiglia un negozio, un professionista, un ristorante o un impresa è molto probabile che voi decidiate di testare quel fornitore semplicemente perché vi fidate della persona che vi ha dato il consiglio. E' il concetto di trasferimento del trust value, il trasferimento di fiducia: in parole semplici "il passaparola".
Questo è il marketing del passaparola.
Avete mai pensato a questa dinamica?
C’è un altro aspetto da valutare nella scelta di un fornitore.
Diamo per scontato la professionalità, il buon rapporto qualità/prezzo, la puntualità, perché queste sono le caratteristiche di base per essere un vostro fornitore.
Oltre a questo, quanti fornitori vi sono stati consigliati da vostri clienti? E, rovesciando il ragionamento, quali clienti vi consigliano e vi referenziano ai loro clienti?
È un altro punto di vista con cui valutare aziende e professionisti con cui collaboriamo quotidianamente, ma che spesso si ricordano di noi solo in vece di clienti e non come potenziali fornitori di prodotti o servizi che potrebbero essere utili ai loro clienti.
La prossima volta che state per emettere un ordine o per affidare il mandato per un servizio, provate a scorrere l’elenco dei clienti e fornitori attivi e chiedetevi se questi sono anche vostri partner attivi (cioè se vi referenziano a potenziali clienti).
Se così non fosse è forse giunto il momento di ricostruire la relazione in corso su nuove basi: le basi del networking del passaparola.
Espandere il business: il marketing delle referenze
Tutti possono
che ricevono: possono riceverne davvero tante!
Ma per riuscirci dovrai imparare prima a dare e poi a ricevere.
Cos'è necessario condividere prima di ottenere in cambio, tramite il passaparola, le referenze che vuoi?
Prima di tutto devi condividere te stesso. Devi:
Dovrai essere molto bravo a far capire che tipo di persona sei e qual è il tuo lavoro.
Molto spesso diamo per scontato che a tutti sia chiaro il lavoro che svolgiamo, dimenticando invece che al giorno d’oggi siamo bombardati da molte informazioni, a volte poco corrette, e spesso fatichiamo ad essere al corrente di tutto ciò che ci circonda.
Quando qualcuno ti risponde che non può referenziarti perché ha già un professionista di riferimento che fa esattamente quello che fai tu, cerca di vedere anche in questo un’opportunità:
Far parte di un gruppo che si scambia referenze vuol dire far parte di un insieme di professionisti dalla mentalità aperta, disponibili a guardarsi intorno, a valutare gli affari anche dal punto di vista degli scambi.
Il mondo del "referral marketing" (il marketing delle referenze leagate al passaparola) è aperto a tutti coloro che sono interessati.
Questo vuol dire che anche i tuoi agenti possono essere indirizzati a questo mercato che esiste da sempre, ma che molti danno per scontato o non usano affatto.
espandere il business grazie alle referenze
Ma per riuscirci dovrai imparare prima a dare e poi a ricevere.
Cos'è necessario condividere prima di ottenere in cambio, tramite il passaparola, le referenze che vuoi?
Prima di tutto devi condividere te stesso. Devi:
- essere aperto a conoscere nuove persone,
- interessarti a loro
- cercare di capire come tu puoi essere loro d’aiuto.
Dovrai essere molto bravo a far capire che tipo di persona sei e qual è il tuo lavoro.
Molto spesso diamo per scontato che a tutti sia chiaro il lavoro che svolgiamo, dimenticando invece che al giorno d’oggi siamo bombardati da molte informazioni, a volte poco corrette, e spesso fatichiamo ad essere al corrente di tutto ciò che ci circonda.
Quando qualcuno ti risponde che non può referenziarti perché ha già un professionista di riferimento che fa esattamente quello che fai tu, cerca di vedere anche in questo un’opportunità:
- quali sono i punti di forza di questo tuo concorrente?
- c’è qualcosa di ciò che fa lui che può divenire uno spunto per migliorarti?
Far parte di un gruppo che si scambia referenze vuol dire far parte di un insieme di professionisti dalla mentalità aperta, disponibili a guardarsi intorno, a valutare gli affari anche dal punto di vista degli scambi.
Il mondo del "referral marketing" (il marketing delle referenze leagate al passaparola) è aperto a tutti coloro che sono interessati.
Questo vuol dire che anche i tuoi agenti possono essere indirizzati a questo mercato che esiste da sempre, ma che molti danno per scontato o non usano affatto.
Acquisire nuovi clienti: Il passaparola funziona sempre!
…se non per te, contro di te.
ma è anche quella che meno riesci a controllare.
Per referenza intendiamo il contatto caldo che ci aprono aziende e professionisti che ci conoscono quando ci presentano a qualcun altro ( da non confondere con le segnalazioni che sono semplici avvisi passivi).
Quando i tuoi agenti visitano i clienti parlano della tua azienda in modo corretto, li hai istruiti tu e quindi, a rigor di logica, il loro messaggio è quello giusto.
Un tuo cliente che parla di te con un tuo potenziale cliente è una scommessa: non puoi controllare fino in fondo cosa dirà. Quello che puoi fare è fornire un servizio tale da non lasciargli altra scelta se non parlare di te in modo entusiasta.
Dico servizio perché anche quando vendi un prodotto, in realtà vendi un servizio: al cliente non è sufficiente il prodotto, quello probabilmente può trovarlo da altri fornitori, se ti sceglie è perché il tuo prodotto insieme al modo in cui lo servi, fa di te il miglior fornitore, quello di cui ha voglia di parlar bene.
Sei certo che il passaparola che ti riguarda sia buono?
Hai un sistema di controllo?
Fai in modo di ringraziare i clienti che ti mandano altri clienti?
Adottare una strategia organizzata del passaparola trasforma l'esperienza di acquisto che offri ai tuoi clienti in un punto di eccellenza a tuo favore.
Questa strategia ti permette di avere il controllo sul passaparola.
Il marketing delle referenze è la più efficace forma di pubblicità,
ma è anche quella che meno riesci a controllare.
Per referenza intendiamo il contatto caldo che ci aprono aziende e professionisti che ci conoscono quando ci presentano a qualcun altro ( da non confondere con le segnalazioni che sono semplici avvisi passivi).
Quando i tuoi agenti visitano i clienti parlano della tua azienda in modo corretto, li hai istruiti tu e quindi, a rigor di logica, il loro messaggio è quello giusto.
Un tuo cliente che parla di te con un tuo potenziale cliente è una scommessa: non puoi controllare fino in fondo cosa dirà. Quello che puoi fare è fornire un servizio tale da non lasciargli altra scelta se non parlare di te in modo entusiasta.
Dico servizio perché anche quando vendi un prodotto, in realtà vendi un servizio: al cliente non è sufficiente il prodotto, quello probabilmente può trovarlo da altri fornitori, se ti sceglie è perché il tuo prodotto insieme al modo in cui lo servi, fa di te il miglior fornitore, quello di cui ha voglia di parlar bene.
Sei certo che il passaparola che ti riguarda sia buono?
Hai un sistema di controllo?
Fai in modo di ringraziare i clienti che ti mandano altri clienti?
Adottare una strategia organizzata del passaparola trasforma l'esperienza di acquisto che offri ai tuoi clienti in un punto di eccellenza a tuo favore.
Questa strategia ti permette di avere il controllo sul passaparola.
domenica 9 ottobre 2011
Groupon al fallimento?
Ritorno su un tema a me caro: quello di Groupon.
Il modello di business l'abbiamo già spiegato. Oggi ci occuperemo di fare alcune considerazioni riguardo al progetto di quotazione in borsa. Prima di scrivere questo post ho riletto alcuni articoli apparsi nei mesi precedenti. Richiesta iniziale di entrare a listino per 750 milioni di dollari, attese per una capitalizzazione di 15 miliardi di dollari. Dati di bilancio sempre meno chiari. In ogni articolo si legge qualcosa di diverso. Ma la sostanza è questa: i ricavi dichiarati erano il doppio del dovuto. Questo perché tenevano conto del fatturato complessivo e non del fatto che il 50% va al partner. Chi è il partner? Il cliente che ha sottoscritto il contratto con Groupon e che deve a loro ben la metà dell'incasso.
Adesso partono una serie di considerazioni:
1) Che senso ha una società il cui valore stimato è di 43 volte quello che fattura in un anno?
2) Come possono i negozianti accettare di regalare il 50% ad una struttura commerciale esterna?
3) Come si può aver fiducia di un azienda che già in partenza "veste" i dati di bilancio a suo piacimento?
4) Qualcuno ha visto l'enorme quantità di denaro che devono ai negozianti e che non hanno in cassa?
5) Non è che tutti, governo americano compreso, hanno disperato bisogno di una nuova stella della new economy per combattere psicologicamente questa crisi?
Tutto questo è una bolla di sapone. Non può funzionare e finirà malissimo come ho già più volte detto.
Dove sta il problema? Il problema sta nel fatto che l'intera operazione è nelle mani di grandi banche d'affari quali: Credit Suisse, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Che adesso sono un pò imbarazzate e rinviano il listing. Questo creerà un problemone (mia opinione non documentale): gli investimenti fatti sono sicuramente stati fatti in vista del cash flow proveniente dalla quotazione. A parer mio se slitta troppo o salta la quotazione salta Groupon.
Marco Georgiadis, CEO di Groupon ha abbandonato la barca ed è tornato in Google da cui proveniva (ma perchè glielo permettono?). Google (che già ha lanciato Google Offers) ha comprato Daily Deals di Berlino (dopo che Groupon ha rifiutato un offerta di acquisto) ed è decisa a prendersi questa fetta di mercato (quella dello shopping che diventa social).
Date un occhiata a Daily Deal: è una copia speculare di Groupon! Promette sconti fino al 90%. MA come può un economia sana lavorare sotto del 90%?
In realtà quello che interessa a tutti di Groupon è l'enorme numero di iscritti (ricordate il mio articolo sull'importanza degli iscritti, unico capitale sul web?) Questo è il vero patrimonio. Ma come spiegato in quell'articolo, un modello economico basato esclusivamente sul traffico e sulle iscrizioni e privo di qualunque standard etico è per forza destinato nel tempo al fallimento. Google insegna: fino ad ora è cresciuta su basi solide perché è integra e fa del bene alle persone consentendo a chiunque di trovare informazioni preziose in tempo reale.
Vi faccio una semplice domanda? Se io entrassi nel vostro negozio, nella vostra azienda, dicendovi che sono capace di aumentarvi il giro d'affari a condizione che:
Il modello di business l'abbiamo già spiegato. Oggi ci occuperemo di fare alcune considerazioni riguardo al progetto di quotazione in borsa. Prima di scrivere questo post ho riletto alcuni articoli apparsi nei mesi precedenti. Richiesta iniziale di entrare a listino per 750 milioni di dollari, attese per una capitalizzazione di 15 miliardi di dollari. Dati di bilancio sempre meno chiari. In ogni articolo si legge qualcosa di diverso. Ma la sostanza è questa: i ricavi dichiarati erano il doppio del dovuto. Questo perché tenevano conto del fatturato complessivo e non del fatto che il 50% va al partner. Chi è il partner? Il cliente che ha sottoscritto il contratto con Groupon e che deve a loro ben la metà dell'incasso.
Adesso partono una serie di considerazioni:
1) Che senso ha una società il cui valore stimato è di 43 volte quello che fattura in un anno?
2) Come possono i negozianti accettare di regalare il 50% ad una struttura commerciale esterna?
3) Come si può aver fiducia di un azienda che già in partenza "veste" i dati di bilancio a suo piacimento?
4) Qualcuno ha visto l'enorme quantità di denaro che devono ai negozianti e che non hanno in cassa?
5) Non è che tutti, governo americano compreso, hanno disperato bisogno di una nuova stella della new economy per combattere psicologicamente questa crisi?
Tutto questo è una bolla di sapone. Non può funzionare e finirà malissimo come ho già più volte detto.
Dove sta il problema? Il problema sta nel fatto che l'intera operazione è nelle mani di grandi banche d'affari quali: Credit Suisse, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Che adesso sono un pò imbarazzate e rinviano il listing. Questo creerà un problemone (mia opinione non documentale): gli investimenti fatti sono sicuramente stati fatti in vista del cash flow proveniente dalla quotazione. A parer mio se slitta troppo o salta la quotazione salta Groupon.
Marco Georgiadis, CEO di Groupon ha abbandonato la barca ed è tornato in Google da cui proveniva (ma perchè glielo permettono?). Google (che già ha lanciato Google Offers) ha comprato Daily Deals di Berlino (dopo che Groupon ha rifiutato un offerta di acquisto) ed è decisa a prendersi questa fetta di mercato (quella dello shopping che diventa social).
Date un occhiata a Daily Deal: è una copia speculare di Groupon! Promette sconti fino al 90%. MA come può un economia sana lavorare sotto del 90%?
In realtà quello che interessa a tutti di Groupon è l'enorme numero di iscritti (ricordate il mio articolo sull'importanza degli iscritti, unico capitale sul web?) Questo è il vero patrimonio. Ma come spiegato in quell'articolo, un modello economico basato esclusivamente sul traffico e sulle iscrizioni e privo di qualunque standard etico è per forza destinato nel tempo al fallimento. Google insegna: fino ad ora è cresciuta su basi solide perché è integra e fa del bene alle persone consentendo a chiunque di trovare informazioni preziose in tempo reale.
Vi faccio una semplice domanda? Se io entrassi nel vostro negozio, nella vostra azienda, dicendovi che sono capace di aumentarvi il giro d'affari a condizione che:
- Scontiate il vostro prodotto (anche fino al 70-80%)
- Mi diate il 50% del fatturato rimanente dopo aver applicato lo sconto
non chiameresti i Carabinieri?
E allora?!!
Questo non è Web Marketing. Tutto questo non fa del bene né al marketing, né al web né tanto meno all'economia che oggi più che mai deve ritrovare in tutti i settori:
- Qualità
- Profittabilità
- Valore aggiunto.
Abbiamo perso la ragione se accettano condizioni del genere. Un tale modello di business uccide la qualità in quanto erode completamente i margini e obbliga tutti ad offrire prodotti senza valore aggiunto.
Riflettete tutti per favore. Questa modello di business non può che finire male.
Un appello a tutti i miei colleghi che si occupano di web-marketing: avvisate i vostri clienti che rischiano di farsi veramente male!
Un ultima considerazione rivolta a politici e banche d'affari: non date supporto a tutto questo. Ci rimetterete la faccia e farete danni seri all'economia.
Quindi, per tornare al titolo del post: Groupon al fallimento? Non è dato saperlo. Ma secondo me prima o poi non potrà che finire in questo modo. Mancano gli standard etici. Lezione per tutti noi del web-marketing.
venerdì 7 ottobre 2011
Ipad Vs. Samsung Galaxy (Android)
Ipad o Samsung Galaxy Tab? O meglio Ipad o tablet Android?
Ho comprato tutti e due per provarli di persona e cercare di formarmi un giudizio obiettivo.
Premesse che non sono politicamente orientato ad un azienda piuttosto che un altra, cercherò di darvi un giudizio di ampio respiro.
Da una parte avremo un Apple iPad 2 con il suo IOS e dall'altra un Samsung Galaxy Tab con Android.
Ecco il risultato del confronto.
Esperienza di acquisto
L'esperienza di acquisto non è paragonabile. Ho comprato l'iPad in un Apple store. Mi è sembrato di comprare un automobile di fascia alta. Più o meno come essere in un negozio Ferrari. Personale attento. Prodotto valorizzato. Accessori molto stylish. E un quarto d'ora dedicato solo a me dal personale Apple per la prima configurazione dell'iPad. Sono uscito dal negozio con il tablet attivo e perfettamente funzionante e la sensazione di aver comprato un grande prodotto.
Tutto diverso per il Samsung. Comprato in un supermercato anonimo insieme ad altri prodotti. Non ho potuto né vederlo né toccarlo. Il personale non ne sapeva essenzialmente nulla. Uscito dal negozio ho provato ad accenderlo ma non funzionava nulla. Subito dopo l'ansia da "cattivo acquisto", quale non è assolutamente. Psicologicamente però una brutta esperienza d'acquisto.
Primo utilizzo
La prima accensione del Galaxy mi ha preoccupato. Dopo un lungo boot un bel crash. Per due volte. Alla fine è partito. Tra l'altro non essendo un esperto di tablet non capivo se quel lungo boot era normale oppure no e la tentazione di interromperlo e riavviarlo mi è venuta più volte.
Per l'iPad è stato tutto diverso: me l'hanno dato in mano in negozio già funzionante. Il commesso l'ha tenuto in mano fintantoché non era pronto. Quando me l'ha fatto toccare era già acceso e funzionante.
Esperienza d'uso del tablet
Qui non posso essere così obiettivo. Ho imparato a districarmi con l'iPad e poi ho usato il Samsung mesi dopo. Nei primi giorni dell'iPad avrei voluto tirarlo giù dalla finestra. Oggi non ne farei più a meno. Il concetto fondamentale è questo: bisogna re-imparare a fare le cose. Il tablet non è un PC. Il tablet è qualcosa di diverso dal PC. Permette di fare tante cose che con il PC non fai perché sarebbe scomodo (come leggere libri a letto) e con il telefono non fai perché piccolo e lento. Questo concetto l'ho assimilato con l'iPad e quindi quando ho provato il Galaxy avevo già imparato la lezione.
Genericamente però le differenze sono importanti. L'iPad ha una grafica velocissima e fluida (grazie agli acceleratori hardware?). Il Samsung va a scatti. Il monitor dell'iPad è perfetto. Le icone sembra di toccarle. Il monitor del Samsung è poco nitido e "sbiadito". Inoltre da spento il monitor del Samsung presenta vari difetti, sembra che abbia del liquido al suo interno. Manca sul Samsung il tasto per bloccare la rotazione (che si può bloccare da software). Telecamera e macchina fotografica non sono paragonabili a favore dell'iPad. Anche il tocco e la detection delle gestures è molto più problematica sul tablet Android.
Sistemi operativi a confronto
La logica degli applicativi e del sistema Android è un pò più complicata di IOS ma offre alcuni benefici importanti per alcune fasce di utenti come il completo accesso al file system.
Genericamente lavorare con iPad è estremamente semplice. Android è un pò più complesso. Cercare un applicativo sullo store ed installarlo è un procedimento un pò confuso su Android. Non si capisce quando sta scaricando e quando no. Non si capisce se si è installato oppure no. Se non avessi avuto esperienza di PC non sarei stato capace ad installare un applicativo nuovo.
Ovviamente nel mondo Android si respira più libertà e meno moralismo. Non esiste un solo store "centralizzato" e onnicomprensivo. Non esiste la censura di una casa costruttrice. Se volete software simile ad e-Mule o se cercate software non "ortodosso" lo troverete solamente su Android. Nel bene e nel male della cosa. Android è un mondo più libero, con tutti i pericoli relativi alla libertà e le possibilità che ti offre.
Genericamente ho sintetizzato le due differenti esperienze in questo modo:
iPad con il suo IOS è un telefono ingrandito. Samsung con Android è un PC rimpicciolito.
Risultato: utenti con poche nozioni e con la necessità di essere subito produttivi andate senza dubbio su iPad. Per utenti che vogliono il controllo meglio Android.
Manca un pò il tastone universale dell'iPad che permette di chiudere tutto o di accedere al "task manager". Pare però che anche Apple voglia farlo sparire nelle prossime versioni.
Integrazione con Google
Qui il gioco cambia: l'integrazione con Google è ovviamente perfetta (Android d'altra parte è Google, lo dico per chi non ne sà nulla). Già dal primo avvio vi vengono chieste le credenziali del vostro account e tutto si sincronizza alla perfezione: mail, documenti, contatti.
Sopresa però: anche su iPad tutto funziona a meraviglia con Google e incredibilmente le note dell'iPad (e anche quelle dell'iPhone) si sincronizzano nativamente con l'account Google, mentre quelle di Android no!
Google docs deludente su tutti e due. Senza appositi software riuscirete ad utilizzare in modo serio solo la versione per dispositivi mobili che è molto limitata.
Piccoli errori di progettazione
L'iPad dà un idea di una progettazione più attenta e di una maggior cura per il dettaglio. Tutti e due hanno difetti: l'iPad ha il tasto del volume in una posizione stupida. Appoggiando il tablet sul tavolo il volume si abbassa sempre. Quando si apre la cover ufficiale del Samsung invece la telecamera rimane coperta e non si può nemmeno scattare una foto.
Semplicità e protezione
iPad è un mondo ideale e protetto. Da mamma Apple. Nulla si muove senza la loro autorizzazione. Per motivi che non capisco il consumatore che normalmente è ribelle accetta tutto questo. Ma questa è un altra storia, un miracolo di azione psicologica, di marketing di massa. Detto questo, questo ambiente protetto significa in sostanza un pò di cose:
Questo è tutto per ora. A voi la scelta!
Ho comprato tutti e due per provarli di persona e cercare di formarmi un giudizio obiettivo.
Premesse che non sono politicamente orientato ad un azienda piuttosto che un altra, cercherò di darvi un giudizio di ampio respiro.
Da una parte avremo un Apple iPad 2 con il suo IOS e dall'altra un Samsung Galaxy Tab con Android.
Ecco il risultato del confronto.
Esperienza di acquisto
L'esperienza di acquisto non è paragonabile. Ho comprato l'iPad in un Apple store. Mi è sembrato di comprare un automobile di fascia alta. Più o meno come essere in un negozio Ferrari. Personale attento. Prodotto valorizzato. Accessori molto stylish. E un quarto d'ora dedicato solo a me dal personale Apple per la prima configurazione dell'iPad. Sono uscito dal negozio con il tablet attivo e perfettamente funzionante e la sensazione di aver comprato un grande prodotto.
Tutto diverso per il Samsung. Comprato in un supermercato anonimo insieme ad altri prodotti. Non ho potuto né vederlo né toccarlo. Il personale non ne sapeva essenzialmente nulla. Uscito dal negozio ho provato ad accenderlo ma non funzionava nulla. Subito dopo l'ansia da "cattivo acquisto", quale non è assolutamente. Psicologicamente però una brutta esperienza d'acquisto.
Primo utilizzo
La prima accensione del Galaxy mi ha preoccupato. Dopo un lungo boot un bel crash. Per due volte. Alla fine è partito. Tra l'altro non essendo un esperto di tablet non capivo se quel lungo boot era normale oppure no e la tentazione di interromperlo e riavviarlo mi è venuta più volte.
Per l'iPad è stato tutto diverso: me l'hanno dato in mano in negozio già funzionante. Il commesso l'ha tenuto in mano fintantoché non era pronto. Quando me l'ha fatto toccare era già acceso e funzionante.
Esperienza d'uso del tablet
Qui non posso essere così obiettivo. Ho imparato a districarmi con l'iPad e poi ho usato il Samsung mesi dopo. Nei primi giorni dell'iPad avrei voluto tirarlo giù dalla finestra. Oggi non ne farei più a meno. Il concetto fondamentale è questo: bisogna re-imparare a fare le cose. Il tablet non è un PC. Il tablet è qualcosa di diverso dal PC. Permette di fare tante cose che con il PC non fai perché sarebbe scomodo (come leggere libri a letto) e con il telefono non fai perché piccolo e lento. Questo concetto l'ho assimilato con l'iPad e quindi quando ho provato il Galaxy avevo già imparato la lezione.
Genericamente però le differenze sono importanti. L'iPad ha una grafica velocissima e fluida (grazie agli acceleratori hardware?). Il Samsung va a scatti. Il monitor dell'iPad è perfetto. Le icone sembra di toccarle. Il monitor del Samsung è poco nitido e "sbiadito". Inoltre da spento il monitor del Samsung presenta vari difetti, sembra che abbia del liquido al suo interno. Manca sul Samsung il tasto per bloccare la rotazione (che si può bloccare da software). Telecamera e macchina fotografica non sono paragonabili a favore dell'iPad. Anche il tocco e la detection delle gestures è molto più problematica sul tablet Android.
Sistemi operativi a confronto
La logica degli applicativi e del sistema Android è un pò più complicata di IOS ma offre alcuni benefici importanti per alcune fasce di utenti come il completo accesso al file system.
Genericamente lavorare con iPad è estremamente semplice. Android è un pò più complesso. Cercare un applicativo sullo store ed installarlo è un procedimento un pò confuso su Android. Non si capisce quando sta scaricando e quando no. Non si capisce se si è installato oppure no. Se non avessi avuto esperienza di PC non sarei stato capace ad installare un applicativo nuovo.
Ovviamente nel mondo Android si respira più libertà e meno moralismo. Non esiste un solo store "centralizzato" e onnicomprensivo. Non esiste la censura di una casa costruttrice. Se volete software simile ad e-Mule o se cercate software non "ortodosso" lo troverete solamente su Android. Nel bene e nel male della cosa. Android è un mondo più libero, con tutti i pericoli relativi alla libertà e le possibilità che ti offre.
Genericamente ho sintetizzato le due differenti esperienze in questo modo:
iPad con il suo IOS è un telefono ingrandito. Samsung con Android è un PC rimpicciolito.
Risultato: utenti con poche nozioni e con la necessità di essere subito produttivi andate senza dubbio su iPad. Per utenti che vogliono il controllo meglio Android.
Manca un pò il tastone universale dell'iPad che permette di chiudere tutto o di accedere al "task manager". Pare però che anche Apple voglia farlo sparire nelle prossime versioni.
Integrazione con Google
Qui il gioco cambia: l'integrazione con Google è ovviamente perfetta (Android d'altra parte è Google, lo dico per chi non ne sà nulla). Già dal primo avvio vi vengono chieste le credenziali del vostro account e tutto si sincronizza alla perfezione: mail, documenti, contatti.
Sopresa però: anche su iPad tutto funziona a meraviglia con Google e incredibilmente le note dell'iPad (e anche quelle dell'iPhone) si sincronizzano nativamente con l'account Google, mentre quelle di Android no!
Google docs deludente su tutti e due. Senza appositi software riuscirete ad utilizzare in modo serio solo la versione per dispositivi mobili che è molto limitata.
Piccoli errori di progettazione
L'iPad dà un idea di una progettazione più attenta e di una maggior cura per il dettaglio. Tutti e due hanno difetti: l'iPad ha il tasto del volume in una posizione stupida. Appoggiando il tablet sul tavolo il volume si abbassa sempre. Quando si apre la cover ufficiale del Samsung invece la telecamera rimane coperta e non si può nemmeno scattare una foto.
Semplicità e protezione
iPad è un mondo ideale e protetto. Da mamma Apple. Nulla si muove senza la loro autorizzazione. Per motivi che non capisco il consumatore che normalmente è ribelle accetta tutto questo. Ma questa è un altra storia, un miracolo di azione psicologica, di marketing di massa. Detto questo, questo ambiente protetto significa in sostanza un pò di cose:
- Niente software illegale e niente pornografia
- Acquisti sicuri e protetti: esiste solo l'App Store di Apple
- Nessun rischio di incasinare l'hardware
- Nessun accesso al file system e quindi nessun rischio di combinare "guai"
- Estrema consistenza d'uso tra gli applicativi
- Estrema semplicità d'uso anche per chi il PC non lo usa.
- Non ci si sente mai spiazzati, si è sempre in mani conosciute.
Gli stessi punti possono essere rovesciati a favore di Android:
- Tanto bellissimo software molto illegale
- Acquisti liberi e non protetti
- Possibilità di personalizzare la macchina a piacimento
- Accesso totale al file system
- Estrema libertà nel concepire gli applicativi
- Raffinatezza d'uso per chi viene dal PC
- Ci sono tanti mondi sconosciuti da scoprire.
Tutto dipende da gusti e necessità
Widgets? Solo Android?
Android ha i Widgets. Applicativi sempre attivi che stanno lì, in un angolino dell'interfaccia grafica e ti fanno vedere l'ultimo post su Facebook, le previsioni del tempo, le azioni in borse che vanno a picco etc.
Non c'è equivalente su iPad. Per ora iPad può solo visualizzare le icone degli applicativi sul desktop. Null'altro. Se siete molto sintetici e volete avere informazioni in tempo reale sempre lì disponibili il widget fà per voi. In questo caso non potrete scegliere altro che non Android.
Emulatori e roba da collezionisti
Per i nostalgici e gli amanti dei simulatori/emulatori avviso che su iPad non troverete quasi nulla. Non troverete mai ad esempio l'emulatore del Commodore 64. Che invece c'è su Android. Queste perché Apple non consente al software pubblicato su App Store di emulare altri processori.
Questo è tutto per ora. A voi la scelta!
Comma 29 DDL Intercettazioni
Per tutti noi che gestiamo un blog risulta intollerabile accettare un norma che impone
''l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare,
entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento,
una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente
giudichi lesivo della propria immagine''
Il diritto penale prevede già il reato di diffamazione. Una norma così formulata significa essenzialmente imbavagliare tutti quelli che vogliono pubblicare notizie o commenti, poco importa che lo facciano per professione o per hobby.
Immaginate che chiunque, a torto o a ragione, possa obbligarvi a pubblicare quanto vuole lui con il pretesto che sia lesivo per la sua immagine!
Io mi occupo di Web Marketing e mi chiedo: come potrei in un tal contesto valutare i servizi offerti dai motori di ricerca o gli operatori web se questi potranno chiedermi di pubblicare smentite a loro piacimento?
Facciamo tutti attenzione: questo non è Stato di diritto...e che venga da un governo che si definisce "liberale" mi inquieta un pò.
Piccoli business, Geolocalizzazione, AdWords e Passaparola
Siete titolari di un piccolo business locale?
Due parole per definire un piccolo business locale. Su piccolo non commento è abbastanza chiaro. Su locale invece mi soffermo perchè è importante capirne bene il significato.
Un business è definito locale in Web Maketing se i clienti di destinazione devono essere geograficamente prossimi al business e quest'ultimo non è diffuso capillarmente sul territorio.
Un esempio: la panetteria di zona.
Nessuno andrebbe a comprare il pane a 100km di distanza e nessuno se lo farebbe spedire per corriere.
Attenzione: una catena di panetterie non è locale in quando può smistare la clientela nel punto vendita più appropriato!
Se il vostro business è piccolo e locale, nel senso appena spiegato, fate estrema attenzione alle AdWords: il volume di traffico disponibile potrebbe non portarvi l'incremento di business che vi aspettate. A differenza del marketing tradizionale che vi costa a prescindere, AdWords non vi costa se non ci sono visite. Però non raggiungete i vostri risultati di business.
Per i business piccoli e locali, personalmente consiglio un serio investimento sul Networking del Passaparola (WOM - Word of mouth marketing) partecipando ad organizzazioni di networking organizzato quali BNI, organizzazione mondiale espressamente creata per questo tipo di business tanto che il loro motto è "Local Business, Global Network".
Questo tipo di marketing vi permette di irrobustirvi, fare crescere il business e prepararvi alla fase successiva del Web Marketing.
Due parole per definire un piccolo business locale. Su piccolo non commento è abbastanza chiaro. Su locale invece mi soffermo perchè è importante capirne bene il significato.
Un business è definito locale in Web Maketing se i clienti di destinazione devono essere geograficamente prossimi al business e quest'ultimo non è diffuso capillarmente sul territorio.
Un esempio: la panetteria di zona.
Nessuno andrebbe a comprare il pane a 100km di distanza e nessuno se lo farebbe spedire per corriere.
Attenzione: una catena di panetterie non è locale in quando può smistare la clientela nel punto vendita più appropriato!
Se il vostro business è piccolo e locale, nel senso appena spiegato, fate estrema attenzione alle AdWords: il volume di traffico disponibile potrebbe non portarvi l'incremento di business che vi aspettate. A differenza del marketing tradizionale che vi costa a prescindere, AdWords non vi costa se non ci sono visite. Però non raggiungete i vostri risultati di business.
Per i business piccoli e locali, personalmente consiglio un serio investimento sul Networking del Passaparola (WOM - Word of mouth marketing) partecipando ad organizzazioni di networking organizzato quali BNI, organizzazione mondiale espressamente creata per questo tipo di business tanto che il loro motto è "Local Business, Global Network".
Questo tipo di marketing vi permette di irrobustirvi, fare crescere il business e prepararvi alla fase successiva del Web Marketing.
AdWords o marketing tradizionale: quale costa meno?
Spesso gli imprenditori che incontro confrontano AdWords al marketing tradizionale e sostengono che AdWords possa costituire solamente una nicchia nel piano di marketing complessivo.
Conviene investire in AdWords o in marketing tradizionale? Questa è la domanda che torna sempre.
Alcuni giorni fà ero in riunione con il marketing team di un grande gruppo che lavora a livello mondiale. Spendono 100.000 Euro/anno di AdWords su una spesa complessiva di 1.500.000 Euro/anno di pubblicità.
AdWords porta business a sentire loro ma rappresenta comunque una fetta limitata del business generato online.
La domanda che mi viene spontanea però è la seguente: cosa succederebbe si invertissero i pesi del budget pubblicitario? Cosa succederebbe se investissero 1.500.000 Euro/anno in AdWords?
Risposta difficile perchè quello che succede dipende dal business. Se nel tuo settore non c'è sufficiente volume di traffico di ricerca sul Google puoi dedicare il budget che vuoi ma non riuscirai ad arrivare al tuo obiettivo. Ancora di più se l'offerta del prodotto è geolocalizzata, riservata cioè ad una particolare area geografica.
Supponiamo però che si riesca effettivamente a spendere tutto il budget e che si paghi un costo al click di 60 centesimi di Euro. Quello che si otterrebbe in questo caso è un volume di (1.500.000/0.60)=2.500.000 visite.
Considerando un fattore di conversione medio del 7% si avrebbero in questo esempio 175.000 conversioni (alias vendite). Quindi il costo a conversione sarebbe di 8,57 Euro (non considero qui il CTR della campagna in quanto sto ragionando solamente sull'efficacia delle pagine di destinazione - landing pages- del sito).
Risultato finale: se il markup sulla singola vendita supera gli 8,57 Euro per pezzo allora andiamo in positivo e la campagna porta a casa soldi.
Adesso qui viene il bello: come faccio a confrontare tutto questo con il marketing tradizionale? Cioè, come faccio a misurare il tasso di conversione del marketing tradizionale? Mi verrebbe in mente di dividere i costi del marketing tradizionale per il numero di vendite non web fatte. Sarebbe molto impreciso ma almeno darebbe un idea.
Un sistema più raffinato sarebbe quello di misurare a parità di ogni altra condizione la variazione di volume delle vendite al variare dell'investimento sul marketing tradizionale.
Confrontando questi due dati sarebbe possibile allora valutare quale dei due canali conviene per davvero.
Posto che non è comunque mai conveniente operare tramite un solo canale di marketing, invito comunque le aziende a fare un pò più di conti prima di suddividere il budget pubblicitario in maniera solamente istintiva. Mi raccomando però: verificate sempre il volume di ricerca disponibile nel vostro settore ed area di geolocalizzazione altrimenti rischiate di non riuscire a spendere il budget con gravi conseguenze sulla pianificazione.
Ho visto attività locali senza volume di ricerca sui motori di ricerca ottenere risultati incredibili con un semplice volantinaggio! (Sì, esiste ancora!!).
La risposta finale al quesito Adwords Vs. marketing tradizionale è semplice: non c'è un meglio in assoluto. AdWords è un canale come tanti altri. Può essere fantastico o deludente: dipende dal business, dall'area geografica di destinazione e dalla qualità della campagna. L'importante però è ragionare con i numeri.
Conviene investire in AdWords o in marketing tradizionale? Questa è la domanda che torna sempre.
Alcuni giorni fà ero in riunione con il marketing team di un grande gruppo che lavora a livello mondiale. Spendono 100.000 Euro/anno di AdWords su una spesa complessiva di 1.500.000 Euro/anno di pubblicità.
AdWords porta business a sentire loro ma rappresenta comunque una fetta limitata del business generato online.
La domanda che mi viene spontanea però è la seguente: cosa succederebbe si invertissero i pesi del budget pubblicitario? Cosa succederebbe se investissero 1.500.000 Euro/anno in AdWords?
Risposta difficile perchè quello che succede dipende dal business. Se nel tuo settore non c'è sufficiente volume di traffico di ricerca sul Google puoi dedicare il budget che vuoi ma non riuscirai ad arrivare al tuo obiettivo. Ancora di più se l'offerta del prodotto è geolocalizzata, riservata cioè ad una particolare area geografica.
Supponiamo però che si riesca effettivamente a spendere tutto il budget e che si paghi un costo al click di 60 centesimi di Euro. Quello che si otterrebbe in questo caso è un volume di (1.500.000/0.60)=2.500.000 visite.
Considerando un fattore di conversione medio del 7% si avrebbero in questo esempio 175.000 conversioni (alias vendite). Quindi il costo a conversione sarebbe di 8,57 Euro (non considero qui il CTR della campagna in quanto sto ragionando solamente sull'efficacia delle pagine di destinazione - landing pages- del sito).
Risultato finale: se il markup sulla singola vendita supera gli 8,57 Euro per pezzo allora andiamo in positivo e la campagna porta a casa soldi.
Adesso qui viene il bello: come faccio a confrontare tutto questo con il marketing tradizionale? Cioè, come faccio a misurare il tasso di conversione del marketing tradizionale? Mi verrebbe in mente di dividere i costi del marketing tradizionale per il numero di vendite non web fatte. Sarebbe molto impreciso ma almeno darebbe un idea.
Un sistema più raffinato sarebbe quello di misurare a parità di ogni altra condizione la variazione di volume delle vendite al variare dell'investimento sul marketing tradizionale.
Confrontando questi due dati sarebbe possibile allora valutare quale dei due canali conviene per davvero.
Posto che non è comunque mai conveniente operare tramite un solo canale di marketing, invito comunque le aziende a fare un pò più di conti prima di suddividere il budget pubblicitario in maniera solamente istintiva. Mi raccomando però: verificate sempre il volume di ricerca disponibile nel vostro settore ed area di geolocalizzazione altrimenti rischiate di non riuscire a spendere il budget con gravi conseguenze sulla pianificazione.
Ho visto attività locali senza volume di ricerca sui motori di ricerca ottenere risultati incredibili con un semplice volantinaggio! (Sì, esiste ancora!!).
La risposta finale al quesito Adwords Vs. marketing tradizionale è semplice: non c'è un meglio in assoluto. AdWords è un canale come tanti altri. Può essere fantastico o deludente: dipende dal business, dall'area geografica di destinazione e dalla qualità della campagna. L'importante però è ragionare con i numeri.
giovedì 6 ottobre 2011
Steve Jobs
Thank you Steve for making our world a better place.
- Posted using BlogPress from my iPad
- Posted using BlogPress from my iPad
venerdì 16 settembre 2011
Incrementare il fatturato? Usa il passaparola!
Qualunque azienda sana ha interesse ad
Un fatturato in crescita permette di investire risorse in ricerca.
Essere indirizzati alla crescita permette anche di sopperire ad eventuali cali congiunturali dovuti ai minor acquisti da parte di clienti abituali.
Un fatturato in crescita è la condizione essenziale per realizzare qualunque progetto di sviluppo.
incrementare il proprio fatturato.
Un fatturato in crescita permette di investire risorse in ricerca.
Essere indirizzati alla crescita permette anche di sopperire ad eventuali cali congiunturali dovuti ai minor acquisti da parte di clienti abituali.
Un fatturato in crescita è la condizione essenziale per realizzare qualunque progetto di sviluppo.
Il reale problema non è decidere “se” incrementare il proprio fatturato, quanto piuttosto “come”.
Le strategie sono riassumibili in due filoni principali:
Le strategie sono riassumibili in due filoni principali:
- aumentare il fatturato dai clienti già acquisiti
- cercare nuovi clienti.
Il primo è un lavoro che va fatto conoscendo a fondo il cliente e facendosi conoscere da lui, cercando di capire quali sono i prodotti o servizi che possono essere inseriti nel suo pacchetto acquisti o quanto ordina a concorrenti e perché.
Il secondo sistema, quello di acquisire nuovi clienti, richiede un grandissimo impegno.
Bisogna sceglierlo, riuscire a parlargli, spiegargli che abbiamo il prodotto adatto alle sue esigenze e convincerlo ad acquistare da noi piuttosto che da un vecchio fornitore.
Bisogna sceglierlo, riuscire a parlargli, spiegargli che abbiamo il prodotto adatto alle sue esigenze e convincerlo ad acquistare da noi piuttosto che da un vecchio fornitore.
Chi è che dovrebbe fare questo? La forza vendite, di solito.
Nella tipica piccola/media azienda che costituisce il tessuto produttivo del nostro paese il primo venditore dovrebbe però essere il titolare stesso. Normalmente è anche il miglior venditore.
Lui/Lei deve essere portatore del nome dell’azienda, del prodotto e qualche volta questo non succede perché si pensa o si spera “Tanto ci pensano gli agenti”.
Nella tipica piccola/media azienda che costituisce il tessuto produttivo del nostro paese il primo venditore dovrebbe però essere il titolare stesso. Normalmente è anche il miglior venditore.
Lui/Lei deve essere portatore del nome dell’azienda, del prodotto e qualche volta questo non succede perché si pensa o si spera “Tanto ci pensano gli agenti”.
Qual è il lavoro del titolare allora? Gestire l’azienda, ovviamente.
Questo vuol dire che il titolare non può dedicarsi a trovare nuovi clienti?
No.
Questo vuol dire che il titolare non può dedicarsi a trovare nuovi clienti?
No.
I potenziali clienti sono tutto intorno a noi, parafrasando una pubblicità.
Solo che a volte non ce ne accorgiamo perché si confondono con i vicini di casa, con gli amici, con le persone incontrate per caso. E allora è necessaria una maggiore sensibilità verso i messaggi che le persone ci mandano e verso i luoghi in cui queste persone si ritrovano.
Solo che a volte non ce ne accorgiamo perché si confondono con i vicini di casa, con gli amici, con le persone incontrate per caso. E allora è necessaria una maggiore sensibilità verso i messaggi che le persone ci mandano e verso i luoghi in cui queste persone si ritrovano.
Parte da qui il nostro viaggio insieme.
mercoledì 15 giugno 2011
Google Panda Update
In questo blog abbiamo parlato di Pagerank, Thrustrank, non potevamo non parlare delle ultime novità di questi mesi: Google Panda Update.
Update. Aggiornamento. Cos'è stato aggiornato? Sono stati aggiornati più volte gli algoritmi, i criteri euristici e i pesi di valutazione delle pagine dei Siti Web. Obiettivo dichiarato è quello di rendere il ranking (cioè la classificazione delle pagine) più attendibile, meno manipolabile da tecnicismi e magie varie degli esperti.
Se avete letto i miei precedenti articoli, specialmente quelli che spiegano PageRank vi sarete resi conto che molti dei criteri di ranking dei contenuti paradossalmente non hanno nulla a che fare con i contenuti. L'importanza dei contenuti è andata scemando fino al 2008. Poi si è mano a mano ripresa ed il trend continua stabile oggi. Noi l'avevamo già più volte spiegato negli articoli relativi all'importanza dei contenuti. L'aggiornamento Panda rovescia quindi le vecchie tendenze "tecnicistiche" è premia molto la qualità dei contenuti.
In pratica l'aggiornamento Panda premia le seguenti caratteristiche fondamentali:
- Qualità dei contenuti
- Usabilità - layout
- Penalizzazione delle forzature di SEO
- Fattori chiave di Analytics
- Fattori social
Qualità dei contenuti
Cos'è un contenuto di qualità? Come si definisce? Google lo spiega in vari modi che tendono però ad essere un pò ovvi: il contenuto è di qualità se leggibile, chiaro, univoco, originale, facilmente fruibile, importante per le sue conseguente (cioè ad alto contenuto informativo), comprensibile, breve.... In casi particolari Google adesso affianca alle valutazioni algoritmiche persone in carne ed ossa! In questo settore pesano decisamente questioni di copywriting e di contenuto informativo.
Usabilità - layout
Il sito deve essere fruibile: veloce, semplice, organizzato in modo chiaro e non deve essere zeppo di pubblicità. Un criterio di "colpo d'occhio" potrebbe anche essere utilizzato: aprendo il sito a 1024x768 a schermo intero senza toolbars che interferiscano vedo tutte le informazioni chiave? Perchè se aprendolo in quel modo vedessi solo pubblicità (o comunque più del 50% di pubblicità rispetto ai contenuti) verrei penalizzato. Quindi, riepilogando, layout semplici, chiari e veloci senza troppo spazio all'advertising.
Penalizzazione delle forzature di SEO
Tutte le tecniche si SEO brutale verranno pesantemente penalizzate. (FOSSE VERO!!!). Backlinks acquistati, eccessiva presenza di parole chiave, contenuti fasulli hanno portato/porteranno a penalizzazioni gravi. I professionisti seri ringrazieranno perchè tutte queste forzature stavano portando sempre di più risultati spazzatura nelle ricerche e consolidavano la posizione di alcuni big che non meritavano di stare lì.
Fattori chiave di Analytics
Gli stessi fattori chiave rilevati da Google Analytics verranno utilizzati per valutare la qualità dei contenuti. Ad esempio: tempo medio passato dal visitatore su una pagina, frequenza di rimbalzo (un rimbalzo è quando qualcuno visita una sola pagina), percentuale di visitatori che tornano ecc... Non è dato sapere quali sono i fattori. Ma tutto ciò ha senso: i dati analytics ci dicono se e quanto le persone sono interessate ai contenuti e quindi forniscono un ranking naturale.
Fattori social
I fattori social genuini (mi piace di Facebook genuini), Google Plus One (vedi mio altro articolo), connessioni dai grandi social network peseranno in modo adeguato nel determinare la qualità e l'importanza del contenuto.
Nel prossimo articolo una tendenza/previsione sulla strategia futura dei motori di ricerca nata da alcune riflessioni che ho fatto e dai risvolti di Open Graph (Facebook) ed equivalenti (tasti "Mi Piace" e Google Plus One (+1)).
A presto!
lunedì 13 giugno 2011
Google, Pagine Gialle, Register e Poste Italiane insieme per aiutare tutte le imprese italiane, tranne le web agency
Oggi voglio riproporvi un articolo di Simona Venafro riguardo ad un accordo Google, Pagine Gialle, Aruba e Poste Italiane per offrire alle aziende siti web low cost "pacchettizzati" con tanto di campagna pubblicitaria inclusa.
Simona lo vede come uno "sgarro" alle Web Agencies. Io personalmente vedo questo come l'ennesima trappola per le aziende che ripongono speranze in qualcosa che non funzionerà, non perchè low cost, ma perchè privo totalmente di valore aggiunto. Il marketing non è pacchettizzabile (a meno che, ovviamente, non si apre un franchise). Che paghino tanto o poco questo modello non funzionerà e non porterà i risultati richiesti ai clienti.
Buona lettura e grazie Simona per il tuo articolo.
Simona lo vede come uno "sgarro" alle Web Agencies. Io personalmente vedo questo come l'ennesima trappola per le aziende che ripongono speranze in qualcosa che non funzionerà, non perchè low cost, ma perchè privo totalmente di valore aggiunto. Il marketing non è pacchettizzabile (a meno che, ovviamente, non si apre un franchise). Che paghino tanto o poco questo modello non funzionerà e non porterà i risultati richiesti ai clienti.
Buona lettura e grazie Simona per il tuo articolo.
sabato 11 giugno 2011
Mi piace e Plus One (+1)
Facebook pulsante "Mi Piace" e Google pulsante "Plus 1".
I pulsanti di condivisione dei contenuti sui social network sono oramai dappertutto.
Quello che molti non tecnici non hanno capito è che questi pulsanti non
sono più semplici pulsanti di condivisione ma veri e propri modelli di business.
Fino all'anno scorso premere il pulsante "Mi piace" significava essenzialmente condividere socialmente il proprio apprezzamento.
Siccome ognuno di questi apprezzamenti genera anche un link, traffico, visibilità e popolarità gli operatori di SEO ne hanno immediatamente approfittato per promuovere il ranking dei siti.
La situazione si è evoluta in modo inaspettato: ci si è resi conto in breve tempo che i navigatori tendono a seguire i links "Mi piace" e dare attenzione ai contenuti che "piaciono" (nel senso che hanno ricevuto tanti clicks "Mi Piace") più dei risultati organici naturali dei motori di ricerca.
Questo ha creato immediatamente un nuovo modello di business basato sull'interconnessione dei contenuti tramite il tasto "Mi piace". Al contrario di quello che si crede non è un modello di business completamente nuovo. Anzi. E' la versione digitale del "Word of Mouth" cioè del "Passaparola".
C'era ancora un problema da risolvere per fare esplodere il modello di business: il tasto "Mi piace" era confinato dentro a Facebook: per premerlo bisognava essere in Facebook e per capire quali contenuti "piaciono" al tuo network di amici idem. La soluzione viene annunciata formalmente ad inizio 2010: "Open Graph".
Con Open Graph Facebook intende non solamente collegare persone all'interno di Facebook ma collegare persone attraverso il Web tramite i contenuti ai quali queste persone sono interessate.
Questo è a tutti gli effetti un nuovo modello di business che intende allo stato attuale integrare il modello di business basato sulla ricerca organica sui motori di ricerca ma mire in effetti a diventare il prossimo modello ufficiale di ranking e navigazione.
Non tardano naturalmente le risposte dei concorrenti: ad esempio Google annuncia "+1" (Plus One).
Quello che conta capire qui, dal punto di vista del Web Marketing, è che l'uso di questi pulsanti su tutti i vostri contenuti non è più un optional. Verificate quindi che i vostri siti li abbiano, che siano funzionanti ed utilizzabili. Questi non sono pulsanti di moda. Questi sono strumenti che portano le dinamiche del passaparola online. I vostri amici ed i navigatori in generale premendo questi pulsanti sui vostri contenuti stanno dicendo ai loro amici che quello che pubblicate è interessante. Questo costituisce un valore aggiunto enorme in quanto le persone, quando devono selezionare un contenuto tendono a selezionare un contenuto molto apprezzato da altri o comunque apprezzato da qualcuno che a loro volta apprezzano (scusate il gioco di parole).
A presto!
I pulsanti di condivisione dei contenuti sui social network sono oramai dappertutto.
Quello che molti non tecnici non hanno capito è che questi pulsanti non
sono più semplici pulsanti di condivisione ma veri e propri modelli di business.
Fino all'anno scorso premere il pulsante "Mi piace" significava essenzialmente condividere socialmente il proprio apprezzamento.
Siccome ognuno di questi apprezzamenti genera anche un link, traffico, visibilità e popolarità gli operatori di SEO ne hanno immediatamente approfittato per promuovere il ranking dei siti.
La situazione si è evoluta in modo inaspettato: ci si è resi conto in breve tempo che i navigatori tendono a seguire i links "Mi piace" e dare attenzione ai contenuti che "piaciono" (nel senso che hanno ricevuto tanti clicks "Mi Piace") più dei risultati organici naturali dei motori di ricerca.
Questo ha creato immediatamente un nuovo modello di business basato sull'interconnessione dei contenuti tramite il tasto "Mi piace". Al contrario di quello che si crede non è un modello di business completamente nuovo. Anzi. E' la versione digitale del "Word of Mouth" cioè del "Passaparola".
C'era ancora un problema da risolvere per fare esplodere il modello di business: il tasto "Mi piace" era confinato dentro a Facebook: per premerlo bisognava essere in Facebook e per capire quali contenuti "piaciono" al tuo network di amici idem. La soluzione viene annunciata formalmente ad inizio 2010: "Open Graph".
Con Open Graph Facebook intende non solamente collegare persone all'interno di Facebook ma collegare persone attraverso il Web tramite i contenuti ai quali queste persone sono interessate.
Questo è a tutti gli effetti un nuovo modello di business che intende allo stato attuale integrare il modello di business basato sulla ricerca organica sui motori di ricerca ma mire in effetti a diventare il prossimo modello ufficiale di ranking e navigazione.
Non tardano naturalmente le risposte dei concorrenti: ad esempio Google annuncia "+1" (Plus One).
Quello che conta capire qui, dal punto di vista del Web Marketing, è che l'uso di questi pulsanti su tutti i vostri contenuti non è più un optional. Verificate quindi che i vostri siti li abbiano, che siano funzionanti ed utilizzabili. Questi non sono pulsanti di moda. Questi sono strumenti che portano le dinamiche del passaparola online. I vostri amici ed i navigatori in generale premendo questi pulsanti sui vostri contenuti stanno dicendo ai loro amici che quello che pubblicate è interessante. Questo costituisce un valore aggiunto enorme in quanto le persone, quando devono selezionare un contenuto tendono a selezionare un contenuto molto apprezzato da altri o comunque apprezzato da qualcuno che a loro volta apprezzano (scusate il gioco di parole).
A presto!
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